
Elon Musk, "100 dollari a chi firma": mossa senza precedenti contro le "toghe rosse" americane

Contro i "giudici attivisti" vale tutto. Elon Musk ha offerto agli elettori del Wisconsin 100 dollari a testa in cambio di una firma alla petizione contro le toghe politicizzate. Non è novità assoluta per Mister Tesla, X e SpaceX, visto che già durante la campagna elettorale a favore di Donald Trump per le ultime elezioni presidenziali si era inventato una lotteria.
La questione giudiziaria sta agitando l'agenda della Casa Bianca: i giudici dello Stato del Midwest hanno infatti bloccato alcuni provvedimenti del presidente. Per questo su X Musk ha lanciato la petizione, da firmare entro il 1° aprile quando lo stesso Wisconsin dovrà eleggere un giudice per la sua Corte suprema. "I giudici dovrebbero interpretare le leggi come sono scritte, non riscriverle per adattarle ai loro programmi personali o politici", ha attaccato il responsabile del Doge, il Dipartimento dell'Efficienza Governativa.
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Nel frattempo, proprio Musk è al centro di un'altra polemica: la sua visita al Pentagono. Trump ha rassicurato gli americani (e soprattutto l'opposizione democratica) che il miliardario non avrà mai accesso ai dossier più delicati come, ad esempio, il piano su una potenziale guerra contro la Cina che gli Stati Uniti "non vogliono" ma sono "pronti" a combattere. Era stato il New York Times, citando due alti funzionari della Difesa, a sostenere che il patron di Tesla fosse stato convocato al dipartimento della Difesa proprio per ricevere un briefing su documenti top secret relativi a un possibile conflitto con Pechino. Circa 20-30 slide che spiegano nel dettaglio la risposta americana a un'eventuale minaccia cinese.
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Il presidente americano ha smentito con forza la notizia prima con un post su Truth: "La Cina non verrà nemmeno menzionata o discussa". Quindi, rispondendo alle domande dei giornalisti nello studio Ovale al fianco del segretario del Pentagono Pete Hesgeth, ha ribadito: "Non mostrerei mai a Musk, un uomo d'affari che ha business in Cina, i piani per una potenziale guerra contro quel Paese".
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