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Cina, 4 cittadini canadesi giustiziati e navi e aerei militari su Taiwan: cosa sta succedendo

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La Cina alza il tiro: nelle ultime settimane quattro cittadini canadesi sono stati giustiziati secondo quanto ha annunciato il ministro degli Esteri di Ottawa Mélanie Joly. Pechino avrebbe inoltre ignorato le richieste di clemenza.

"Condanniamo fermamente le esecuzioni di cittadini canadesi in Cina", ha detto Joly ai giornalisti a Ottawa. Il ministro ha affermato di non essere in grado di discutere i dettagli del caso a causa delle richieste di riservatezza avanzate dalle famiglie coinvolte. Pechino ha difeso le esecuzioni in una dichiarazione inviata al quotidiano canadese Globe and Mail, in cui si afferma che i canadesi sono stati condannati per reati legati alla droga. "I reati legati alla droga sono crimini gravi, riconosciuti in tutto il mondo come estremamente dannosi per la società", si legge nella dichiarazione dell'ambasciata inviata al Globe. "La Cina continua a imporre pene severe per i reati legati alla droga e mantiene un atteggiamento di 'tolleranza zero' a questo riguardo", si legge ancora.

Joly e l'ex primo ministro Justin Trudeau, che ha lasciato l'incarico all'inizio di marzo, avevano chiesto clemenza per i quattro. I rapporti tra Pechino e Ottawa sono tesi dopo l'arresto, nel 2018, da parte delle autorità canadesi di un manager del colosso cinese Huawei e l'incarcerazione, per rappresaglia, di due cittadini canadesi da parte della Cina. Sebbene tutti e tre siano stati rilasciati, le tensioni persistono, con Pechino che critica in particolare Ottawa per essersi allineata alla politica cinese di Washington. Le autorità canadesi, da parte loro, accusano regolarmente la Cina di ingerenza. 

Nel frattempo, a conferma dell'aggressività internazionale cinese, Pechino è tornata a minacciare Taiwan inviando nelle scorse 24 ore 27 aerei militari, sei navi da guerra e un aerostato nello Stretto che separa la Cina dall'isola indipendente. Lo rende noto il ministero della Difesa taiwanese su X, precisando che 20 aerei sono stati rilevati nella Zona d'identificazione della difesa aerea (Adiz) dell'isola. A inizio settimana, le forze armate di Taiwan hanno avviato esercitazioni orientate al combattimento in risposta alle crescenti pressioni della Cina, che rivendica l'isola come "parte inalienabile del suo territorio". A quanto riferito dal ministero della Difesa di Taipei, le esercitazioni, iniziate il 17 marzo, sono venute a coincidere con un pattugliamento orientato al combattimento organizzato dalla Marina e dall'Aeronautica militare cinesi nello Stretto.

Il ministero degli Esteri cinese ha confermato indirettamente l'operazione tramite la portavoce Mao Ning, la quale ha affermato che l'organizzazione di pattugliamenti con prontezza al combattimento e' una "ferma" risposta alle attività dei "separatisti" di Taiwan e alle ingerenze esterne sul dossier. Le manovre militari sono state fortemente condannate anche dal ministro della Difesa taiwanese, Wellington Koo, il quale ha accusato la Cina di essere la vera "piantagrane" della regione. 
 

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