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Viktor Orban, estremi rimedi: vietato il gay pride, cosa rischia chi trasgredisce

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Viktor Orban dichiara guerra al Pride. Il partito del premier ungherese ha nuovamente presentato un disegno di legge con l'obiettivo di vietare la marcia del Pride e imporre multe a chiunque partecipi, organizzatori compresi. La proposta, che prevede il riconoscimento facciale per identificare i trasgressori che decidano di sfidare il bando, sarà con ogni probabilità approvata grazie alla solida maggioranza parlamentare del partito di Orban, Fidesz. Secondo il testo della legge, saranno vietate tutte le manifestazioni che violano la controversa normativa sulla "protezione dei bambini", già approvata nel 2021.

Questa legge proibisce la "rappresentazione o promozione" dell'omosessualità ai minori e limita drasticamente la visibilità della comunità Lgbtq+ nei media, nella pubblicità, nei programmi scolastici e nella cultura popolare, vietando le "deviazioni di genere dal sesso con cui si nasce". Chiunque partecipi a eventi proibiti, come sarà probabilmente il Budapest Pride, potrà essere multato fino a 200.000 fiorini ungheresi (circa 500 euro), una somma destinata al fondo statale per la "protezione dell'infanzia". 

 

 

Per Orban bisogna tutelare la "civiltà cristiana" contro quella che definisce "follia del gender". Gli organizzatori del Budapest Pride, che quest'anno celebra il suo 30° anniversario, non hanno preso bene la decisione: "Questo è un tentativo di cancellare la nostra esistenza dallo spazio pubblico e di limitare i nostri diritti fondamentali", hanno dichiarato in un comunicato. "Cos'è questo, se non un altro passo verso un regime in stile russo e una dittatura?" ha scritto poi su Facebook Laszlo Sebian-Petrovszki, deputato del partito di opposizione Coalizione Democratica. E le associazioni che organizzano il Pride confermano di essere ancora al lavoro per la nuova edizione prevista per il 28 giugno. 

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