Cerca
Cerca
+

Donald Trump, rumors sulla mossa contro la Russia: ecco a chi vieta l'accesso agli Stati Uniti

Vladimir Putin

Matteo Legnani
  • a
  • a
  • a

La lista non è ufficiale, nel senso che potrebbe subire ancora delle modifiche. È quella del cosiddetto “Travel Ban”, il divieto a viaggiare verso gli Stati Uniti per i cittadini di alcuni Paesi del mondo. Nella bozza che è trapelata dal Dipartimento di Stato ce ne sono in tutto 43. E quando Trump vi metterà mano per ritoccarla o, semplicemente, per approvarla e dargli attuazione, ci saranno coloro che non perderanno l’occasione per accusare lui e la sua amministrazione di xenofobia e razzismo.

Ma, pasdaran terzomondisti a parte, include Paesi i cui cittadini qualunque governo assennato vorrebbe ben al di fuori dei propri confini nazionali per questioni di sicurezza nazionale. Sono quelli dei Paesi che il Travel Ban indica con il colore rosso e sono in tutto 11: Afghanistan, Bhutan, Corea del Nord, Iran, Libia, Somalia, Sudan, Siria, Venezuela e Yemen. Ai cittadini di questi Stati è fatto divieto assoluto di ingresso negli Stati Uniti. Si tratta di Paesi dichiaratamente nemici degli americani come l’Iran e la Corea del Nord. O in cui le organizzazioni terroristiche controllano intere porzioni di territorio, come accade in Afghanistan, in Libia, in Somalia, in Sudan e in Yemen. O che sono guidati da regimi antidemocratici, come il Bhutan, Cuba e il Venezuela.

È un caso a sé, in questa lista, la presenza della Siria: per oltre un decennio, i siriani sono stati il grosso dei richiedenti asilo sia in Europa sia in Nord America, in quanto perseguitati dal regime di Assad e minacciati dalla guerra civile in corso nel Paese.

Ma, evidentemente, anche ora che il vecchio dittatore è stato fatto sloggiare, gli Stati Uniti (in questo su una linea condivisa con Israele) non credono nella svolta promessa dal capo di Stato, del governo e dell'esercito Abu Mohammad Al-Jolani (o al-Sharaa che dir si voglia). I disordini e gli scontri che si sono verificati nei giorni scorsi nelle zone costiere del Paese non lasciano pensare a un futuro di pace nel Paese e gli Usa, evidentemente, temono che, più presto che tardi, si possa verificare un nuovo esodo di richiedenti asilo e rifugiati di fronte al quale non vogliono trovarsi senza uno scudo.

Accanto ai Paesi evidenziati in rosso, il Travel Ban contiene una lista di altri dieci Stati evidenziati in arancio, verso i quali l'amministrazione Trump intende adottare una politica estremamente restrittiva nella concessione dei visti di ingresso, che avverrà solo su base individuale e solo previo colloquio con le autorità competenti presso i consolati e le ambasciate americane in quei Paesi.

 

 

Sono indicati come arancioni Bielorussia, Eritrea, Haiti, Laos, Myanmar, Pakistan, Sierra Leone, Sud Sudan e Turkmenistan, tutti guidati da governi dittatoriali. Fatta questa considerazione, il nome che spicca, in questa seconda lista, è indubbiamente quello della Russia, alla faccia di quanti in queste settimane hanno accusato Trump e i suoi di essere asserviti a Vladimir Putin e di ignorare la natura del regime che guida la Federazione Russa.

In tema di BRICS (il raggruppamento di dieci Paesi emergenti dei quali fa parte anche la Russia), venerdì il Segretario di Stato Marco Rubio ha decretato l’espulsione dagli Usa dell’ambasciatore del Sud Africa (Paese a cui si deve la “S” di BRICS), Ebrahim Rasool, definendolo «un politico che ha fatto carriera sui temi razziali e che odia gli Stati Uniti». La mossa fa seguito alla decisione adottata un mese fa da Trump di concedere lo status di rifugiati agli agricoltori sudafricani, che sono in gran parte bianchi Afrikaaner, in quanto discriminati dal governo (nero) di Pretoria.

 

Dai blog