
Georgescu fatto fuori, Romania sull'orlo della guera civile: crolla l'Unione europea

Nella serata di ieri il centro di Bucarest è stato teatro di proteste violente in seguito alla decisione dell'Ufficio elettorale centrale di respingere la candidatura di Calin Georgescu alle prossime elezioni presidenziali.
Le tensioni sono esplose poco prima delle 23 ora locale (le 22 in Italia), quando l'Ufficio elettorale ha pubblicato le motivazioni della sua decisione. I sostenitori di Georgescu, radunatisi davanti alla sede dell'ente fin dal pomeriggio, hanno reagito con rabbia, distruggendo arredi urbani e incendiando alberi ornamentali nel centro storico.
Nel tentativo di entrare nell'edificio, i manifestanti hanno lanciato pietre, pezzi di pavimentazione, bottiglie e sedie contro le forze dell'ordine. La gendarmeria, presente in forze, ha disperso i manifestanti utilizzando anche gas lacrimogeni. La decisione dell'Ufficio elettorale centrale si basa su una precedente sentenza della Corte costituzionale, che a dicembre aveva annullato la vittoria di Georgescu al primo turno delle elezioni presidenziali del novembre scorso, a causa di sospetti di finanziamenti illegali e possibile ingerenza russa.
Georgescu, noto per le sue posizioni ultra-nazionaliste, euroscettiche e anti Nato, ha definito la decisione dell'Ufficio elettorale antidemocratica, ricevendo sostegno da figure come Elon Musk. Le autorità hanno avviato un'inchiesta sugli scontri, mentre la situazione rimane tesa nella capitale romena.
La Romania ha impedito al favorito Călin Georgescu di candidarsi alle elezioni presidenziali di maggio, in una mossa che potrebbe peggiorare i disordini politici del paese.
— Frankestein (@Frankestein68) March 9, 2025
Scontri tra manifestanti e polizia a Bucarest a causa della decisione.
Alla faccia della democrazia pic.twitter.com/Nlirzp4gwz
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