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Quelli che di America non capiscono nulla ma ci spiegano tutto

Mario Sechi
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Il mio mestiere è meraviglioso, mi dà la possibilità di provare ogni giorno che l’evidenza della cronaca e la prova della storia non bastano a piegare i sinistrati dall’ideologia. Dopo la vittoria clamorosa di Trump, le menti raffinatissime che incontro nei dibattiti (ieri pomeriggio il copione è andato in scena a Sky Timeline) elencano la fine del mondo: i dazi saranno lo sfascio dell’economia; il negoziato per la pace in Ucraina è un favore fatto a Putin con il quale Donald è in combutta dal 2016; il piano per contrastare l’immigrazione illegale è un abominio; la richiesta all’Europa di contribuire di più alle spese della Nato è una pretesa assurda. L’idea che siamo di fronte a qualcosa di nuovo e di antico - l’America isolazionista ma non isolata - non li sfiora, è una questione di ignoranza e pregiudizio. E si capisce perché, basta voltarsi indietro.

Nel 2016, i cervelloni che sogghignando in tv dicevano che Trump avrebbe perso il voto, un minuto dopo spiegavano al mondo perché Donald aveva vinto e Hillary Clinton era in preda a una crisi di nervi. Il premio Nobel per l’economia Paul Krugman scrisse sul New York Times che stava arrivando la tempesta finanziaria. Sbagliò tutto, confermando il problema degli economisti con... le previsioni economiche.

Nel 2020, i commentatori à la page dissero che Joe Biden aveva archiviato per sempre Trump. Non videro lo scenario irripetibile, con gli americani chiusi in casa e il voto postale di massa, mentre passava il treno della storia loro guardavano la bicicletta di Biden. Poco dopo, nella fase di uscita dalla pandemia (e entrata nella pazza corsa dei prezzi), la segretaria del Tesoro Janet Yellen e la presidente della Bce Christine Lagarde raccontarono al mondo che il decollo dell’inflazione era un fenomeno temporaneo. Non avevano dubbi.

Nel 2024, gli editorialisti affermarono che Joe Biden stava alla grande e poi invitarono il presidente a farsi da parte perché cadeva dalle scale dell’aereo e andava a stringere le mani di persone che non esistevano. Idem lo sostituirono con la risata di Kamala Harris e gli infallibili, sempre loro, dissero che la candidata della “gioia” aveva già sorpassato Trump e tutto era pronto per la prima presidente donna alla Casa Bianca. Non ne azzeccano una, ma pretendono di insegnare agli altri come si pensa.

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