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Macron ha fallito anche in Mali: l'ombra di Prigozhin sull'Eliseo

Maurizio Stefanini
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«Una spina nel fianco di Macron» è stato definito il Mali. Ex colonia francese in Africa Occidentale, indipendente dal 1960, è musulmana al 92%, ma al Nord è importante la presenza del gruppo etnico tuareg, anche se non arriva al 2% della popolazione complessiva. E dal 2012 i Tuareg hanno ricominciato una rivolta indipendentista in alleanza con gruppi jihadisti, mentre al Sud si succedevano i colpi di Stato.

Minacciata la stessa capitale Bamako, il governo ottenne il soccorso di truppe francesi, arrivarono 4mila militari, e il 16 luglio 2014 fu firmato un trattato di cooperazione in materia di difesa, in seguito al quale i militari francesi crebbero a 5.100. Bisogna però ricordare che dopo l’indipendenza il Paese era rimasto a lungo filo-sovietico, per riavvicinarsi all’Occidente solo con lo sfasciarsi dell’Urss.

 

 

 

All’inizio, le forze francesi furono accolte calorosamente, ma poi i rapporti un po’ per volta si deteriorarono, mentre il numero degli attentati terroristi aumentava. Accusata Parigi di inefficienza, nell’opinione pubblica maliana e comunque tra i militari crebbe l’insoddisfazione, con l’idea di tornare a rivolgersi a Mosca, con suo nuovo strumento della Wagner.

 

 

 

Nel febbraio 2020 l’ambasciatore maliano a Parigi denunciò «comportamenti inappropriati» da parte dei militari transalpini. Il governo lo sconfessò, ma in seguito ai golpe del 2020 e 2021 Macron decise comunque di sganciarsi, dopo il fallimento di un estremo tentativo di dialogo.

In particolare, dopo che nel giugno 2021 la cooperazione militare era stata sospesa nel dicembre 2021 fu annunciato un viaggio del presidente francese a Bamako, però poi annullato. Ufficialmente, per una ripresa del Covid. Ma la giunta militare di Bamako si arrabbiò, e lo accusò di neo-colonialismo.

l 31 gennaio 2022 fu chiesto all’ambasciatore francese di lasciare il Mali, il 18 febbraio, alla Francia fu chiesto di «ritirare senza indugio» i propri militari, e nel marzo 2022 i media francesi Radio France Internationale e France 24 sono stati banditi dalla giunta dopo aver denunciato il coinvolgimento dell’esercito maliano e del gruppo Wagner nell’uccisione di civili. In particolare, nel marzo 2022 vi fu la strage di Moura: almeno 500 persone uccise in una operazione che si svolse in un villaggio di quella regione di Mopti che rappresenta la cerniera tra il Nord e il Sud del Paese africano. Durò cinque giorni, nel marzo del 2022, e rappresenta il peggior massacro compiuto dalla Wagner al di fuori dell’Ucraina.

Nel febbraio del 2023 il nuovo corso è stato sancito con una visita di Lavrov in Mali. Ma il risultato è stato anche l’arrivo di consiglieri e forze speciali al fianco dei Tuareg, che hanno così inferto a governativi e Wagner alcuni colpi durissimi.

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