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Cremlino brutale contro Zelensky: "A cosa deve essere costretto"

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Qualcuno "deve costringere" Volodymyr Zelensky a cedere, perché la verità è che il presidente ucraino "non vuole la pace". Dal Cremlino arriva un nuovo attacco al leader di Kiev, con Dmitry Peskov portavoce del presidente Vladimir Putin che ancora una volta picchia duro sul nemico.

"E' molto importante che qualcuno costringa Zelensky a cambiare posizione", ha affermato Peskov citato dall'agenzia Interfax. "Lui - ha aggiunto - non vuole la pace. Qualcuno deve far sì che Zelensky voglia la pace. Se gli europei ci riescono, onore e lode a loro". 

Dopo la lite in diretta nello Studio ovale tra il presidente Usa Donald Trump e Zelensky, a Mosca intanto si punta su un'accelerazione dei tempi per il summit tra Putin e l'inquilino della Casa bianca. A scriverlo oggi è la Cnn, citando fonti diplomatiche. Diplomatici "esperti" - scrive la Cnn - vedono nella lite di venerdì una trappola tesa dall'Amministrazione Trump per screditare Zelensky e rimuoverlo come un ostacolo. Ieri diversi collaboratori di Trump hanno ventilato l'ipotesi di un cambio al vertice a Kiev. Che si sia trattato o meno di un'operazione orchestrata, comunque Mosca ha apprezzato e il ministro degli Esteri Sergey Lavrov ha espresso un certo apprezzamento. "Non penseremo mai in modo identico su ogni questione dell'agenda politica internazionale. Lo abbiamo ammesso a Riyad. Così hanno fatto anche gli americani. Loro stessi l'hanno detto. Il buon senso ci dice che è sciocco non trarre vantaggio dagli interessi corrispondenti su alcune questioni pratiche. E' dovere dei leader responsabili non lasciare che una divergenza di interessi degeneri in uno scontro", ha affermato Lavrov in un'intervista a Red Star Media Group, in cui ha spiegato che la recente telefonata tra Trump e Putin è stata inizialmente richiesta da Trump.

Privatamente, afferma la Cnn, si parla già del vertice Trump-Putin che avrebbe ormai una corsia preferenziale. E, a porte chiuse, ci sarebbero anche già accordi economici in discussione tra Washington e Mosca. A Riyad, in Arabia Saudita, il segretario di Stato statunitense Marco Rubio e il ministro Lavrov hanno tenuto il primo turno di colloqui straordinari lo scorso mese, escludendo l'Ucraina e l'Europa. La Cnn afferma che sono in corso i preparativi per un secondo turno di incontri, che si terrà a breve, possibilmente in uno stato del Golfo.

Il principale inviato economico del Cremlino per i colloqui, Kirill Dmitriev, ha dichiarato sempre alla Cnn che la cooperazione con gli Stati Uniti potrebbe "includere accordi nel settore energetico" di qualche tipo, anche se non sono stati forniti dettagli. Separatamente, il Financial Times riporta che si stanno compiendo sforzi per coinvolgere investitori statunitensi nel riavvio del gasdotto Nord Stream 2 della Russia verso l'Europa, interrotto all'inizio dell'invasione dell'Ucraina da parte della Russia. Tuttavia, ciò che si è visto fin dall'inaugurazione di Trump a gennaio sembra riguardare molto più che gli affari economici: si tratta di una radicale ridefinizione dei rapporti tra Stati uniti e Russia. 

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