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Trump vuole Zelensky in esilio a Parigi e smonta Macron e Starmer
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Prima le accuse incendiarie di essere «un dittatore non eletto» e «un comico modesto» con un indice di popolarità fra gli ucraini del 4%, poi un messaggio distensivo in cui viene definito un «leader coraggioso», e ieri una nuova mazzata: la presenza ai negoziati del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, «non è molto importante».
Tra la nuova amministrazione americana e il leader di Kiev continuano le querelle a distanza, sullo sfondo delle trattative per porre fine alla guerra in Ucraina che gli Stati Uniti di Donald Trump e la Russia Vladimir Putin vorrebbero portare avanti senza includere Zelensky. «Non credo sia molto importante la sua presenza agli incontri», ha dichiarato ieri Trump in un’intervista a Fox Radio. «È lì da tre anni. Rende molto difficile fare accordi», ha aggiunto l’inquilino della Casa Bianca, ribadendo i concetti espressi dopo il vertice tra le delegazioni di Usa e Russia andato in scena all’inizio della settimana a Riad, in Arabia Saudita. «Ho avuto ottime discussioni con Putin, mentre non ho avuto ottime discussioni con l’Ucraina. Non hanno carte in mano, ma stanno giocando duro (...)
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