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Kash Patel, il giustiziere di Trump all'Fbi: guerra ai "gangster della burocrazia"

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Per evitare equivoci, l’Economist ha titolato l’articolo sul futuro direttore dell’Fbi «Kash Patel è un pazzo». La diagnosi si basa su sintomi oggettivi: non riconosce la vittoria di Joe Biden nel 2020 e crede che l’Fbi abbia contribuito a innescare l’assalto del 6 gennaio. La tesi è che svarianti agenti sotto copertura, nascosti nella folla, abbiano fomentato la rivolta: la prova starebbe in un filmato, in cui si vede tale Ryan Epps che pare incitare i manifestanti contro Capitol Hill. Epps ha sempre negato, le indagini non hanno portato a niente.

Patel ha dichiarato che «c’è molto di buono» in QAnon, teoria cospirazionista secondo la quale esiste una rete mondiale di “potenti” composta da celebrità di Hollywood, miliardari e politici democratici dediti alla pedofilia e al satanismo, contro cui Trump conduce una strenua lotta per un nuovo ordine mondiale. Nel suo Government Gangsters (lo trovate su Amazon a 19 euro) elenca sessanta «tiranni non eletti»: una lista nera di membri del Deep State, «personale delle forze dell’ordine, agenti dell’intelligence e funzionari militari ai più alti livelli dell’esecutivo». Il titolo di “gangster” lo conferisce spesso: lo erano anche gli investigatori del Bureau e del Dipartimento di giustizia che ordinarono il “raid” nel resort di Mar-a-Lago (si trattava dell’indagine sulla gestione dei documenti presidenziali classificati, che il presidente si era portato a casa dopo aver lasciato l’incarico. Il caso è stato archiviato dopo la vittoria di novembre) (...)

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