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Russia e Usa, il giallo sull'accordo: "Elezioni in Ucraina" per far fuori Zelensky?

Dario Mazzocchi
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Foto e dichiarazioni di rito, con quest’ultime non sempre in linea, e l’impegno a nominare due squadre di alto livello che lavoreranno per cercare di fermare il conflitto in territorio ucraino: è ciò che è emerso dal summit di ieri a Riad, in Arabia Saudita, dove Stati Uniti e Russia si sono confrontati faccia a faccia per la prima volta dall’inizio dell’invasione delle truppe di Mosca, «l’operazione speciale» scattata il 15 febbraio 2022.

A rappresentare Washington c’era il segretario di Stato, Marco Rubio, affiancato dal consigliere per la Sicurezza nazionale Mike Waltz e dall'inviato speciale in Medio Oriente, Steve Witkoff, mentre la delegazione russa era capitanata dal ministero degli Esteri, Sergei Lavrov, e dal collaboratore presidenziale Yuri Ushakov.
Nessuna indicazione sull’incontro tra Donald Trump e Vladimir Putin, che dunque al momento resta solo annunciato, ma non programmato: in compenso Waltz ha sottolineato come sia necessaria «una fine definitiva della guerra» e non uno stop temporaneo «come è accaduto in passato».

Il principe ereditario saudita, Mohammed bin Salman, avrebbe voluto invitare Zelensky ma americani e russi erano contrari. Lo scrive l’agenzia Bloomberg, citando una fonte informata. Le indiscrezioni riportano che tanto Washington quanto Mosca mettono in conto nuove elezioni presidenziali in Ucraina come passaggio intermedio per un accordo finale.

Secondo Jackie Heinrich di Fox News a Riad è stato discusso un piano di pace in tre fasi che include un cessate il fuoco, lo svolgimento di elezioni in Ucraina e, infine, la firma di un accordo finale.

D’altra parte una delle richieste avanzate da tempo dalle autorità russe è che Volodymyr Zelensky non ricopra più la carica di capo dello Stato per poter procedere sulla strada della diplomazia e Lavrov ha rincarato la dose: «Zelensky e la sua squadra devono essere fatti ragionare e ricevere una bacchettata sulle mani»: ha commentato riferendosi ad un attacco condotto da Kiev contro un impianto petrolifero sul mar Caspio.

Il diretto interessato non ha invece nascosto il suo disappunto per una riunione sul cui tavolo c’era il futuro dell’Ucraina, senza che questa fosse presente. Zelensky avrebbe dovuto far visita in Arabia Saudita proprio oggi, ma l’impegno è stato posticipato al 10 marzo. «Sul conflitto non accetterò alcun ultimatum» ha aggiunto.

Lo sfogo è giunto a margine di un incontro ad Ankara con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan che si è offerto per ospitare le trattative vere e proprie. Che avvengano in Turchia o altrove, Rubio ha messo in chiaro che vi prenderà parte l’Ue: «Anche l’Europa ha imposto sanzioni» e di conseguenza «anche l'Europa dovrà sedersi al tavolo dei negoziati». La priorità resta però quella di «mettere fine a questo conflitto e Trump è l'unico leader al mondo che può riuscirci». E perché si arrivi ad una pace accettabile, le parti coinvolte dovranno fare concessioni. Il segretario americano ha fissato altri punti chiave che regolino le relazioni tra USA e Russia: ristabilire strutture diplomatiche pienamente operative nelle rispettive capitali, gettare basi su cui «discutere, riflettere ed esaminare» una cooperazione geopolitica ed economica «che potrebbe derivare dalla fine del conflitto». Parole interpretate dai media russi come la volontà americana di cooperare su temi quali energia, censura online ed esplorazione spaziale.

Da Riad il ministro russo Lavrov ha messo in guardia i Paesi europei della Nato che nelle scorse ore hanno discusso l’ipotesi di schierare un contingente di pace in Ucraina, Francia e Regno Unito in testa. Lo schieramento è stato giudicato inaccettabile da altri Paesi.

Germania in testa. Ben diverso il punto di vista del consigliere americano Waltz che ritiene «una cosa positiva» l’eventuale presenta di soldati Nato per far rispettare un accordo di pace: «Dobbiamo tutti prendere decisioni difficili, dobbiamo tutti contribuire alla nostra difesa comune e ci aspettiamo che questo sia un impegno reciproco per i nostri alleati europei». Primo round concluso: la partita è solo iniziata.

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