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Germania, "ipotesi groKo": il gioco sporco, pronti a tutto per fermare Afd
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Con AfD non si può: pochi giorni fa il partito cristiano democratico (Cdu) di Friedrich Merz ha chiesto ai parlamentari sovranisti di sostenere una mozione al Bundestag sulle migrazioni regolari. Dopo che la mozione è passata è venuto giù il mondo: manifestazioni di piazza, editoriali a non finire, intemerate degli altri partiti e intellettuali in fuga dal partito. Figurarsi se Merz, indicato dai sondaggisti quale vincitore delle elezioni di domenica prossima, può immaginarsi di andare al governo anche solo con l’appoggio esterno dei sovranisti. La Germania non è pronta per un tale rimescolamento delle carte della politica come non lo è neppure la stessa AfD, che resta un partito di protesta, con forti pulsioni anti-Ue e anti-Nato incompatibili con il bagaglio culturale dei cristiano democratici tedeschi.
Con i Liberali (la Fdp) sarebbe bello e sarebbe pure facile a livello di compatibilità dei programmi ma i tempi in cui la Cdu forniva il 40% dei voti e i Liberali aggiungevano i restanti per avere la maggioranza assoluta al Bundestag sono tramontati. Oggi al blocco fra Cdu e Csu (i fratelli bavaresi) è attribuito circa i 30% dei consensi mentre dei Liberali non si sa neppure se supereranno la soglia di sbarramento del 5%.
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Con i Verdi la Cdu amministra con successo alcuni Länder ma con la sua agenda il partito ecologista è particolarmente indigesto ai cristiano sociali bavaresi. E poi il 30% dell’Unione unito al 13% degli ecologisti non in grado di assicurare la maggioranza assoluta dei deputati. Esclusi i socialcomunisti della Linke e i socialisti nazionalisti del Bsw con le loro agende ipersindacalizzate e molto poco atlantiche, alle truppe cristiano sociali e democratiche di Friedrich Merz non resta che tornare alla vecchia e rodata intesa della Große Koalition: un’alleanza al centro con il partito socialdemocratico per respingere gli assalti dell’AfD a destra e quelli dei partitini socialisti a sinistra. Se dell’ipotesi groKo si parla ormai da settimane, ieri il quotidiano economico tedesco Handelsblatt ha scritto che le parti sarebbero già al lavoro per dare concretezza alla futuribile intesa. Male misure per mettere sotto controllo i flussi di migranti sono la sola emergenza della Germania: il Paese è in recessione e nuovi dazi di Donald Trump rischiano di mandare la prima economia europea a gambe all’aria, da cui l’esigenza di darsi un governo con un programma chiaro. Partendo dalle migrazioni. «Credo che un compromesso tra l’Unione e la Spd sulla politica migratoria sia necessario e possibile», ha dichiarato alla Neue Osnabrucker Zeitung la ministra uscente dell’Interno, la socialdemocratica Nancy Faeser ricordando però che i piani di Merz di chiudere le frontiere ai richiedenti asilo non sono fattibili «né legalmente né praticamente».
La Spd, oggi terza nei sondaggi con il 15%, ha chiarito che il «rimpatrio a caldo» dei richiedenti asilo come vorrebbe Merz viola il diritto europeo, ma si è detta disponibilie a negoziare sul resto delle misure per limitare l’immigrazione. In cambio del sostegno dei socialdemocratici a una stretta su ricongiungimenti familiari, alla centralizzazione delle procedure per l’espulsione dei richiedenti asilo respinti e una maggiore collaborazione con i Paesi terzi per prevenire ondate di difficile gestione, la Cdu sarebbe disponibile a rinunciare a un proprio cavallo di battaglia: il ritorno del freno all’indebitamento. Voluto dall’ex ministro delle Finanze Wolfgang Schaeuble nel pieno della crisi finanziaria europea, il “freno” stabilisce che un governo non possa indebitarsi per oltre lo 0,35% del Pil. La pandemia prima e la crisi energetica poi hanno spinto i governi tedeschi a disapplicare il freno all’indebitamento. Merz ha promesso di riportare il rigore nei conti ma in cambio di una mano con i migranti si è detto disposto a rivedere l’incartamento: «Se ne può discutere, anche se non da subito». A Merz non resta che aspettare una settimana: spogliate le schede, saprà se la somma dei seggi dell’Unione della Spd basterà a raggiungere l’agognata maggioranza assoluta. In alternativa, ma i governi atre in Germania restano l’eccezione, dovrà imbarcare anche i Liberali (se avranno deputati) o i Verdi, con molto disappunto dei fratelli bavaresi.
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