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Russia-Ucraina, "quando Putin attaccherà i Paesi Nato": le indiscrezioni da Monaco

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Il presidente russo, Vladimir Putin, sta preparando una guerra contro i Paesi Nato l’anno prossimo. Lo ha dichiarato il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, a margine dei lavori della Conferenza sulla sicurezza di Monaco.

"Possono andare avanti con l’Ucraina o andranno in Polonia o nei Paesi Baltici, e credo che questa sia la sua idea", ha detto Zelensky, "e credo che tutto quello che ricavo dall’intelligence è che stia preparando una guerra contro Paesi Nato l’anno prossimo. Questo è quello che credo, non lo so al 100% ma, Dio lo voglia, fermeremo questo pazzo". Le parole del presidente ucraino suona come un allarme in un momento delicatissimo. I negoziati annunciati da Trump che avrebbero duvuto avvicinare le parti già con una conferenza a Monaco di Baviera sarebbero, al momento, naufragati. La Russia non è stata invitata alla Conferenza di Monaco sulla Sicurezza, i rappresentanti del ministero degli Affari esteri della Federazione Russa e di altri organi non saranno presenti. Lo ha dichiarato la portavoce del ministero degli Esteri di Mosca, Maria Zakharova, come riporta Ria Novosti. E il vicepresidente ameriano J.D Vance ha mandato un messaggio molto chiaro: "Ci sono leve di pressione economiche e, naturalmente, leve di pressione militare", ha affermato. L’opzione di inviare truppe statunitensi in Ucraina resta "all’ordine del giorno" nel caso in cui Mosca si rifiuti di negoziare, ha affermato. Secondo il vicepresidente degli Stati Uniti, i negoziati con la Russia potrebbero sfociare in un "accordo che sconvolgerà molti".

Allo stesso tempo, ha osservato che Trump potrebbe cambiare idea su alcune questioni durante i negoziati. E da Mosca, su un possibile invio di truppe Usa chiedono spiegazioni: "Mosca si aspetta di ricevere chiarimenti sulle parole del vice presidente Usa JD Vance, che in un’intervista al Wall Street Journal (Wsj) ha detto che l’opzione di inviare truppe statunitensi in Ucraina se Mosca non negozia in buona fede rimane sul tavolo", ha affermato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. La tensione resta altissimo.

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