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Donald Trump, Federico Rampini: quali poteri lo insidiano e cosa può accadergli

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"Shock e paura". Così viene definita la tattica di Donald Trump che, nel giro di qualche settimana, ha firmato una valanga di decreti presidenziali. Eppure, viene da chiedersi a Federico Rampini, quanti davvero sono in vigore? I più clamorosi e qualificanti sono infatti bloccati dalla magistratura e dovranno - si legge sulle colonne del Corriere della Sera - "passare al vaglio della legalità e costituzionalità". Accade con l’abolizione dello ius soli (cittadinanza automatica per chi nasce in America), per la chiusura dell’agenzia UsAid che gestisce aiuti allo sviluppo, per i licenziamenti nella pubblica amministrazione e così via...

D'altronde la strada sembra in salita. Negli Stati Uniti, sottolinea Rampini, il potere giudiziario è soggetto solo in parte a un’influenza politica. Il motivo? Nella magistratura ci sono sì incarichi elettivi che seguono una logica di partito con giudici nominati dall’esecutivo. "Però esiste anche una magistratura professionale indipendente". Per non parlare poi - prosegue - dell'esistenza di "un’ampia schiera di giudici di sinistra; ci sono giudici repubblicani ma non trumpiani. Perfino i giudici costituzionali che Trump ha messo alla Corte suprema, hanno dimostrato in passato una certa autonomia".

 

 

Ma il contropotere giudiziario non è l’unico. Basti pensare ai media, con giornali e tv ancora dominati dall’opposizione. Oppure ai grandi imprenditori. Questi ultimi sono in realtà in competizione fra loro. Insomma, altro che "oligarchi". Infine occhi puntati alle legislative di midterm: qui Trump potrebbe addirittura perdere la maggioranza al Congresso. Quanto basta a far pensare che il tycoon non sia proprio in una botte di ferro.

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