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Groenlandia, cosa può accadere dopo la "telefonata di fuoco" tra Trump e il primo ministro danese

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La possibile annessione della Groenlandia agli Usa non è solo un bluff. Anzi, si potrebbe arrivare a questo non con una guerra ma attraverso un convincimento basato sul denaro. A dirlo è James Hansen del Corriere Canadese, che su Italia Oggi, riferendosi al presidente americano Donald Trump, che ha lanciato l'idea, ha scritto: "Piuttosto che comprare la Groenlandia, potrebbe invece comprare i groenlandesi. Sono solo 57mila, meno della popolazione di Vigevano e hanno il diritto specifico di chiudere unilateralmente il rapporto con la Danimarca, se vogliono. Non è che ci siano poi così affezionati". 

A tal proposito ha fatto un esempio: "Poniamo che Donald Trump offrisse un 'premio' di trecentomila dollari a ogni famiglia groenlandese nel caso il paese scegliesse 'liberamente' di associarsi agli Usa entro i prossimi tre anni. Potrebbe farlo domani e non costerebbe necessariamente più di un intervento armato". Tra l'altro, ha fatto notare Hansen, le reazioni non sono state così vigorose né da parte della Groenlandia né da parte della Danimarca, che quell'isola la possiede. "Il Re danese, Frederik X, si è limitato a far ridisegnare lo stemma reale per allargare la rappresentazione simbolica della Groenlandia, un orso polare, sottolineando così l’importanza del legame", ha ricordato Hansen. 

 

 

 

Poi, qualcosa è cambiato proprio negli Usa, dove la proposta del tycoon è iniziata a piacere anche ai dem. Lo dimostra un recente fondo del Los Angeles Times, testata di orientamento progressista, dal titolo: "Gli Usa dovrebbero acquisire (pacificamente) la Groenlandia, ma l’intervento di Trump rende tutto più difficile". In realtà però secondo Hansen, Trump è consapevole di quello che può e non può fare in questo momento. Non è escluso, quindi, che riesca a gestire questa situazione nei tempi e nei modi giusti. 

 

 

 

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