Israeliane liberate e umiliate, l'ultimo orrore: cosa urlavano i tagliagole di Hamas
La trepidazione e la gioia delle madri, l’attesa della piazza, la soddisfazione del primo ministro e le urla di guerra di Hamas. È stata una domenica senza
fine in Israele, un paese che ha tenuto il fiato in sospeso dalle 8.30 del mattino. A quell’ora sarebbe dovuta iniziare la tregua con Hamas secondo l’intesa
pattuita grazie alla mediazione di Usa, Egitto e Qatar. Le ostilità sono però cessate solo alle 11.15.
Prima di far tacere le armi, Israele ha preteso che Hamas rispettasse il dettato dell’intesa, indicando, cioè, i nomi degli ostaggi che si accingeva a liberare. Nella “dimenticanza” si può leggere un tentativo stroncato sul nascere del gruppo terrorista di mostrarsi forte e perciò non vincolato dall’accordo. Poi l’annuncio che a tornare a casa sarebbero state tre giovani donne: la 28enne Emily Damari, la 31enne Doron Steinbrecher e la 23enne Romi Gonen. Per 471 giorni le tre donne sono state trattenute a Gaza contro la loro volontà, senza mai ricevere una visita da parte di personale medico o umanitario: la loro prigionia è finita attorno alle 16:45 (ora italiana), dopo che la Croce Rossa Internazionale le ha portate da Gaza a Re’im, località israeliana nei pressi della Striscia.
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Mentre compivano il breve tragitto verso la libertà, i network internazionali diffondevano le immagini della loro consegna dalle mani dei terroristi a quelle della Croce Rossa: strattonate da un pulmino all’altro, Emily, Doron e Romi, il terrore negli occhi, venivano circondate da centinaia di uomini di Hamas vestiti di nero, il volto coperto dal passamontagna, una fascia verde colore del jihad attorno al capo e i fucili in mano che gridavano in coro “Allahu ahkbar!”. Le Israel Defense Forces, da parte loro, facevano circolare le immagini delle madri delle tre ragazze in attesa di riabbracciare le figlie. Nel pomeriggio Emily, Doron e Romy sono arrivate alla base militare nei pressi di Re’im: dopo le prime lacrime e le foto assieme alle loro madri, sono state sottoposte a una visita medica iniziale, e solo più tardi sono state elitrasportate all’ospedale Sheba di Tel Aviv – il più attrezzato del paese – per una valutazione approfondita delle loro condizioni psico-fisiche.
Tutta la vicenda è stata seguita da Israele, non solo attraverso gli schermi dei televisori ma anche da Piazza degli Ostaggi, lo spazio pubblico davanti al Museo delle Belle Arti di Tel Aviv diventato negli ultimi 15 mesi la centrale operativa dei forum dei famigliari dei civili sequestrati da Hamas il 7 ottobre 2023. Migliaia di persone si sono riunite dalla mattina raccogliendosi davanti ai maxischermi per seguire la liberazione delle tre donne, abbracciarsi, cantare e piangere insieme.
COMMOZIONE
«Questo è un giorno molto commovente», ha scritto su X il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. «Ditelo a Romi, Doron ed Emily: un'intera nazione vi abbraccia. Bentornate a casa. Libereremo tutti gli ostaggi e raggiungeremo tutti i nostri obiettivi in guerra». Anche il capo dello Stato, Isaac Herzog, le ha salutate: «Romi, Emily e Doron, un'intera nazione si rallegra del vostro ritorno. Questo è un giorno di gioia e conforto, e l'inizio di un impegnativo viaggio di recupero e di guarigione insieme». Herzog non ha dimenticato i 95 concittadini ancora nelle mani dei terroristi: «Non ci fermeremo finché non riporteremo tutte le nostre sorelle e fratelli dall'inferno della prigionia a Gaza». Anche il presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, si è rallegrato: «Gli ostaggi iniziano a uscire oggi! Tre meravigliose giovani donne saranno le prime». Joe Biden, all’ultimo giorno da inquilino della Casa Bianca, si è detto «lieto» di vedere come il suo team e quello del presidente eletto di Trump siano «riusciti a parlare con un’unica voce». Oggi nella regione arriva il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani: «Di mattina sarò in Israele e poi a Ramallah per incoraggiare questa tregua che è ancora molto fragile ma poi dovrà trasformarsi in un momento di pace», ha affermato il vicepremier.
Parlando da Doha, un esponente di Hamas, rimasto anonimo ha affermato che «il rilascio del secondo gruppo di ostaggi “avverrà nella serata di sabato prossimo». Intanto sarebbero stati liberati dalle prigioni israeliane i primi detenuti palestinesi , riferiscono fonti palestinesi alle quali non sono arrivate conferme da parte israeliana. Riportare a casa i sequestrati come pure i caduti in guerra è uno storico imperativo morale dello Stato ebraico. Oggi a Poria Illit, nel nord di Israele, sarà celebrato il funerale di Shaul Oron, militare 21enne morto a Gaza in un’imboscata di Hamas nel 2014. Ieri le Israeli Defense Forces hanno annunciato di aver recuperato le sue spoglie a seguito di un’azione segreta nella Striscia condotta insieme allo Shin Bet.