Cerca
Cerca
+

Milei "atomico": nucleare, idrogeno e petrolio, Argentina potenza energetica

Maurizio Stefanini
  • a
  • a
  • a

Nucleare, idrogeno, petrolio: è imperniata su tre pilastri la «rivoluzione energetica» che Javier Milei annuncia per l’Argentina. Il 20 dicembre, in un messaggio registrato nella Casa Rosada, il presidente ha spiegato che una rinascita dell’energia nucleare sta arrivando in tutto il mondo grazie all’intelligenza artificiale, e che è sua intenzione porre l’Argentina al centro del fenomeno.

Dunque partirà un Piano Nucleare argentino con il quale il presidente aspira ad aggiungere una quarta centrale nucleare alle tre esistenti – che forniscono già il 7% del fabbisogno nazionale - e promuovere la ricerca e lo sviluppo di questa tecnologia. I capitali andranno trovati, ma c’è il sostegno dell’Agenzia Internazionale per l’energia atomica (Aiea): come dimostra la presenza del suo presidente, che è poi l'argentino Rafael Grossi. Milei era accompagnato anche dal suo principale consigliere, il fisico ed economista Damián Reidel, che guiderà il futuro Consiglio nazionale nucleare. «Il potenziale di sviluppo dell’intelligenza artificiale è così immenso che l’energia convenzionale non basterà a soddisfare questa nuova domanda», ha sottolineato il presidente argentino. A suo avviso, l’energia atomica è «l’unica fonte sufficientemente efficiente, abbondante e rapidamente scalabile per far fronte allo sviluppo della nostra civiltà».

 

THREE MILE ISLAND

In effetti, negli Stati Uniti, quello stesso impianto di Three Mile Island in Pennsylvania in cui il 28 marzo 1979 avvenne il primo incidente in una centrale nucleare – anche se poca roba rispetto a quanto si sarebbe poi visto a Chernobyl – verrà rimesso in funzione in questa chiave. Nel settembre 2024 è stata infatti annunciata l’intenzione di Microsoft di rimettere l’impianto in funzione, attraverso un accordo con Constellation Energy che le riserverà l’energia prodotta per vent’anni. Esempio più clamoroso di una nuova tendenza che vede le Big Tech impegnate a cercare nuove fonti di energia affidabili e a emissioni zero, utili a supportare i loro data center in espansione e le loro attività sempre più intense rispetto alla tecnologia del momento. Milei aspira dunque a trasformare l'Argentina in un hub di intelligenza artificiale. Per raggiungere questo obiettivo, vuole convincere le grandi aziende tecnologiche globali a installare i loro server di dati nella Patagonia argentina e sfruttare così le basse temperature della zona per ridurre i costi di raffreddamento. Nei piani del governo, questi grandi data center sarebbero alimentati dall'energia nucleare.

L'ex sottosegretario all’energia nucleare Julián Gadano ritiene che il progetto Milei «si basi su idee ragionevoli» visti i vantaggi dell'Argentina: ha abbondanti zone fredde che permetterebbero alle aziende di intelligenza artificiale di risparmiare sul raffreddamento, risorse umane altamente qualificate con salari inferiori a quelli dei paesi sviluppati paesi, una catena di fornitura ragionevole e un organismo di regolamentazione solvibile. Ciò che gli va contro, sottolinea, è «la sua instabilità economica, la necessità di dimostrare di avere un quadro giuridico stabile, la trappola del tasso di cambio» e i problemi infrastrutturali nella trasmissione dei dati. Appunto, quel quadro di contorno che Milei promette di aggiustare.

 

ECOLOGIA PER L’EUROPA

Ma accanto al nucleare c’è anche l’idrogeno verde: una fonte di energia considerata in genere alternativa e anche ideologicamente conflittuale rispetto al nucleare, ma sulla quale il governo Milei ha annunciato una tabella di marcia. Un Memorandum d’Intesa Unione Europea-Argentina nel campo delle energie rinnovabili, dell’idrogeno e della riduzione emissioni di metano è stato firmato il 17 luglio. La Strategia Nazionale per lo Sviluppo dell’Economia dell’Idrogeno prevede l’installazione di 30 GW di capacità di elettrolisi e 55 GW di rinnovabili nel Paese, con una produzione di almeno cinque milioni di tonnellate di H2 all’anno entro il 2050. Il 20% avrebbe destinazione locale e l'80% di esportazioni. È una risorsa ancora in larga parte futuribile, ma l’Europa ci punta molto, in particolare la Germania prevede di importare circa il 40% dell’idrogeno che consumerà entro il 2050, e in Terra del Fuoco c’è un giacimento sotterraneo da 6200 miliardi che sarebbe il più grande del mondo.

 

VACA MUERTA CHE FORTUNA

In attesa però di nucleare e idrogeno, l’Argentina tra gennaio e novembre 2024 ha aumentato l’export di combustibili ed energia del 19,9%, raggiungendo 8.626 milioni di dollari, e con un saldo positivo di 4.806 milioni di dollari. Nel frattempo, le importazioni di carburanti e lubrificanti sono diminuite del 49,8%, per un totale di 3,82 miliardi di dollari, con un calo del 62,5% nelle importazioni di gas naturale liquefatto e del 52% in diesel. E la chiave è la crescente attività nella gigantesca formazione di idrocarburi non convenzionali di Vaca Muerta, nel sud-ovest del Paese; la seconda riserva di gas non convenzionale e la quarta riserva di petrolio al mondo.

La colossale formazione, che ha iniziato ad essere esplorata dalla compagnia petrolifera di Stato Ypf nel 2013, ha ricevuto da allora investimenti per 50 miliardi di dollari per il suo sviluppo. Un decennio dopo l’inizio dello sfruttamento, la produzione è un record, che ha permesso all’Argentina non solo di ridurre sostanzialmente il suo fabbisogno di importazioni di gas nell’inverno australe, ma anche di avere crescenti saldi esportabili di idrocarburi.

Dai blog