Francia, la gauche esulta ma Le Pen fa paura anche da morto
La violenza ideologica dell’estrema sinistra francese non si ferma nemmeno dinanzi alla morte. Martedì sera, a Parigi e in altre città della Francia, migliaia di militanti della gauche giacobina vicina a Jean-Luc Mélenchon, leader della France insoumise (Lfi), si sono riuniti nelle piazze per “celebrare” la scomparsa di Jean-Marie Le Pen, padre della destra identitaria francese e fondatore del Front national (oggi Rassemblement national), morto all’età di 96 anni. I militanti goscisti hanno sorseggiato champagne, cantato, ballato e sparato fuochi d’artificio. «Una forma di liberazione», ha dichiarato al Parisien Charles, ventisettenne vicino alle idee del Nuovo fronte popolare (Nfp), la coalizione delle sinistre all’Assemblea nazionale guidata da Lfi.
«Anche se l’effetto Jean-Marie Le Pen è ancora presente», ha aggiunto Charles, studente di Giurisprudenza. Hassina, studentessa 26enne di origine algerina, ha affermato che aspettava questa serata «da anni». «Sono cresciuta con l’idea che Jean-Marie Le Pen fosse il diavolo. Nel 2002 (anno della qualificazione al secondo turno delle presidenziali contro Jacques Chirac, ndr) ha spaventato i miei genitori. Quando ho detto a mia madre che era morto, era molto felice», ha sottolineato Hassina. Sévérine, 25 anni, che si definisce «marxista-leninista, un po’ maoista», ha passato la serata a urlare «Bonne année, bonne santé, Jean-Marie est décédé!» e spiegato con queste parole il suo stato d’animo: «È un momento di gioia, lo aspettavamo da tanto tempo. Questo tizio orribile se n’è finalmente andato dopo aver infestato la politica, anche dopo essersi ritirato. È un evento simbolico, è un sorriso nella nostra lotta contro l’estrema destra».
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Tutti e tre erano presenti all’“Aperitivo gigante” di place de la République a Parigi, organizzato sui social network subito dopo l’annuncio della morte del padre di Marine Le Pen. A Lione, si sono riunite più di 600 persone per “brindare” alla sua scomparsa. A Marsiglia, sul Vieux-Port, dove si sono radunate tra le 200 e le 300, l’atmosfera era altrettanto festosa, con bottiglie di champagne e cartelli con scritto: «Finalmente!».
Le scene di giubilo hanno suscitato l’indignazione del ministro dell’Interno francese, Bruno Retailleau, esponente dei gollisti, che su X le ha definite «vergognose». «Nulla, assolutamente nulla può giustificare la danza su un cadavere. La morte di un uomo, anche di un avversario politico, dovrebbe ispirare solo moderazione e dignità». Sulla stessa scia, la portavoce del governo, Sophie Primas, che ieri, al termine del Consiglio dei ministri, ha condannato le celebrazioni spontanee avvenute in tutta la Francia, usando una frase che lo stesso Le Pen aveva scritto dopo la morte dell’ex presidente della Repubblica Jacques Chirac, suo acerrimo avversario politico.
«Conosco la violenza, gli eccessi e le cose inaccettabili fatte da Jean-Marie Le Pen, ma l’uomo adesso è morto e riprendo le parole, un tweet credo, che proprio Le Pen pronunciò alla morte di Jacques Chirac. Twittò: “Morto, anche il nemico ha diritto al rispetto”. Riprendo queste parole perché sono stata una chiracchiana, ho combattuto a lungo Jean-Marie Le Pen e le sue posizioni, il suo comportamento, le sue dichiarazioni. Credo che oggi da morto abbia diritto al rispetto e la sua famiglia alle nostre condoglianze istituzionali», ha dichiarato la portavoce, prima di aggiungere: «Mi sarebbe piaciuto vedere questi manifestanti di nuovo in strada, come 10 anni fa, per riaffermare il loro impegno per la libertà di espressione e il loro sostegno alla lotta che dobbiamo condurre contro il terrorismo». Un riferimento al decimo anniversario dell’attacco jihadista alla redazione di Charlie Hebdo.
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La capogruppo dei deputati mélenchonisti, Mathilde Panot, ha detto dal canto suo di non essere «per niente scioccata» dai festeggiamenti in tutto il Paese, sottolineando che Jean-Marie Le Pen era «un nemico della République». Il vicepresidente del Rassemblement national, Louis Aliot, ha denunciato su Tf1 «la solita racaille goscista» che crea «disordine nelle piazze», parlando di «manifestazioni di odio sulla morte di un uomo, sulla morte di un francese, sulla morte di un patriota».
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