Cerca
Cerca
+

I consigli del "Guardian" che rosica ancora per la vittoria di Trump: indossate colori audaci

Costanza Cavalli
  • a
  • a
  • a

Peggio degli elenchi di buoni propositi per l’anno appena cominciato, ci sono soltanto gli aruspici catastrofisti. Il quotidiano britannico Guardian, che dopo la vittoria di Donald Trump ha offerto ai dipendenti consulenza psicologica e ha abbandonato Twitter perché «piattaforma tossica», ora dà consigli di stile per affrontare, cito, un 2025 spaventoso. Urge un guardaroba intrepido. Non solo l’abito fa il monaco, ma, a quanto pare, gli può anche dare il coraggio. Il kit di sopravvivenza comprende: un tailleur o una giacca sartoriale con le spalle larghe, così da avere la schiena dritta, tenere la testa alta, su il mento e il morale. Un paio di stivali comodi ma con il taccazzo, per guadagnare in altezza e autorevolezza. Meglio evitare i colori neutri, consiglia la fashion editor Jess Cartner-Morley, perché è il momento di distinguersi. Via libera ai dettagli audaci: dei guanti rosa, una sciarpa gialla, un paio di calzini con una fantasia brillante che spuntano tra mocassini e jeans.

L’importante è avere un punto di colore che, assicura la giornalista, farà l’effetto di un pettirosso che illumina le giornate più uggiose. La ribellione comincia da qui. Com’è possibile che il Guardian si sia ridotto a questo? Nel profondo confidiamo che sia un divertissement, un articolo scritto per essere cliccato (in effetti, ha attratto pure noi), non potranno mica credere a queste minchiate. Il dubbio, però, rimane. Il 2024 è stato definito l’anno della democrazia: oltre un miliardo di voti espressi nelle elezioni di 73 nazioni, di cui sette tra le dieci più popolose del mondo. Dagli Stati Uniti all’India, dall’Europa al Messico, dalla Francia al Giappone, i risultati hanno emesso un verdetto schiacciante sui governi in carica. I presidenti uscenti nei dodici Paesi occidentali sviluppati in cui si sono tenute le elezioni nazionali hanno perso voti alle urne: è la prima volta che accade in 120 annidi democrazia nell’epoca moderna. Anche in Asia non è andata meglio. Dai partiti di centro, i voti si sono travasati a quelli più radicali, sia di destra (premiati soprattutto dall’elettorato più giovane) che di sinistra.

 

 

I liberal, invece di cogliere l’irripetibile opportunità offerta dall’anno che si è appena concluso e cercare di capire le necessità degli elettori, preferiscono suggerire il colore dei guanti. L’anno della democrazia, ha scritto il Financial Times, ci ha detto che la democrazia non funziona più. Le urne, espressione della società, hanno dimostrato che gli elettori sono arrabbiati: chi perché colpito da un’inflazione record, chi stufo della stagnazione economica, chi inquieto per l’aumento dell’immigrazione, chi terrorizzato dal futuro, tra guerre e cambiamenti climatici, chi indignato per i privilegi dell’establishment e disilluso dalla politica. Neanche dopo la crisi finanziaria globale i governi in carica avevano ricevuto un tale segnale: nel 2024 in tutto il mondo sviluppato hanno perso sette punti percentuali, più del doppio del calo subìto all’indomani del 2008. E, secondo gli ultimi sondaggi, i governi di Australia, Canada, Germania e Norvegia sono sulla buona strada per perdere il potere nei prossimi mesi. I liberal mettono il muso e sembrano i musicisti che continuavano a suonare mentre il Titanic affondava. Dopotutto, sono nati con la camicia (verde, gialla, a fiori): non siamo sul Titanic.

Dai blog