Mohammad Abedini, l'estradizione dell'iraniano e i tempi lunghi per Cecilia Sala
Chi pensa che la partita per la liberazione di Cecilia Sala dalle carceri iraniane sia solo politica, sbaglia o è in cattiva fede. È comodo per l’opposizione strumentalizzare l’arresto della reporter italiana a Teheran e addebitare al governo italiano i tempi della sua ingiusta detenzione - che non si annunciano particolarmente brevi- come se la situazione potesse risolversi con un colpo di bacchetta magica. La realtà però è diversa. Diplomazia, intelligence e politica sono al lavoro dal 19 dicembre, giorno in cui Cecilia è stata fermata, ma le trattative hanno le loro liturgie, bisogna spezzare il muro della diffidenza e trovare un canale di comunicazione.
In ogni caso, poiché è acclarato che la giovane è stata fermata in quanto il regime degli ayatollah la vuole usare come pedina di scambio per arrivare alla liberazione di Mohammad Abedini, l’iraniano bloccato a Malpensa il 16 dicembre scorso in esecuzione di un mandato internazionale firmato dalla Corte del Massachusetts, la verità è che il primo tempo della partita è nelle mani della magistratura italiana. (...)