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Corea, disastri, crisi politica e tensioni: ecco cosa sta accadendo davvero

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Carlo Nicolato
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Che cosa sta succedendo alla pazza Corea? Non passa giorno che non ne sentiamo parlare e mica per liete notizie, come per la sua crescita economica da Tigre asiatica, le sue automobili, l’elettronica strabiliante, le belle donne (in tutta Asia sono considerate di gran lunga insuperabili) o il variopinto cibo. Macché qui si parla di disastrosi incidenti aerei, di leggi marziali, colpi di Stato falliti, mandati d’arresto, guerra imminente con il Nord.

A proposito, se alle faccende non edificanti del Sud aggiungiamo quelle del Nord, prendiamo cioè in considerazione la Corea nella sua interezza, quella del pur breve periodo imperiale, allora dovremmo includere anche le avventurose quanto rovinose spedizioni militari in Ucraina al fianco di Putin, senza considerare tutte le altre follie atomiche di Kim Jong Un.

Insomma, a salvare l’onore almeno del Sud democratico al momento sembra esserci solo la seconda stagione di “Squid Game”, la fortunata serie Netflix che ritrae un mondo distopico di violenza e sopraffazione. Nuove sorprese sono certamente in arrivo ma già così dobbiamo dire che della Corea non si parlava così tanto dai tempi della guerra fratricida dei primi anni ‘50, quella che la divise in due inaugurando di fatto uno schema che prese disastrosamente piede in altri Paesi, basti pensare al Vietnam, e nel resto del mondo con la Guerra Fredda.

 

 

 

IL BOMBAROLO
Il conflitto di Corea di fatto è stato il prologo di un periodo internazionalmente molto complicato e non vorremmo che i guai che la tragica ribalta del ripartito Paese asiatico siano il preannuncio di nuove disgrazie mondiali. Le possibilità ci sono tutte, basterebbe che il pazzo del Nord decidesse di invadere il Sud in un tentativo velleitario sì, ma non troppo vista l’atomica che certamente possiede e i razzi a corto, medio e lungo raggio che ha già sparato in ogni direzione.

Kim potrebbe approfittare dei guai politici di Seul, di quello che secondo il suo punto di vista potrebbe rappresentare un vuoto di potere. Insomma potrebbe fare quello che ha fatto Putin con l’Ucraina reclamando al contempo proprio l’intervento degli amici russi, visto che lui non si è risparmiato nell’intervenire a fianco di Mosca. Gli Stati Uniti sarebbero costretti a intervenire un’altra volta e stavolta direttamente, dal momento che tra Washington e Seul vige uno specifico trattato, lo Status of Forces Agreement, di assistenza militare e difesa simile alla Nato. Ne verrebbe fuori una guerra mondiale geograficamente simile alla Seconda, con fronti aperti in Asia e in Europa. Certo i soldati nordcoreani non ci stanno facendo una bella figura nella regione russa di Kursk, ma come ha detto l’alleato russo Medvedev «il nucleare non è un bluff» e Kim ce l’ha. La Corea del Sud peraltro, dopo aver saputo dello schieramento di 12mila soldati di Kim sul fronte ucraino, ha già offerto a Kiev «forniture dirette di armi», che per il momento non si sono tradotte in realtà ma è una tangibile possibilità. Seul vende già armi tecnologicamente avanzatissime alla Polonia (si parla di varia artiglieria e caccia da guerra) tanto che è diventata la seconda fornitrice dopo gli Usa nella corsa al riarmo in chiave antirussa.

Lo stesso tentativo del presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol di dichiarare la legge marziale il 3 dicembre scorso, da cui è derivato poi il canaio politico dal quale il Paese è ben lungi dall’aver risolto, sembra non avesse solo scopi interni, ma nascondesse pure un piano per innescare una guerra “limitata” contro il Nord. L’apice di una politica particolarmente aggressiva che Yoon ha praticato sin dal suo insediamento nel 2022. Basti dire che solo nel 2023 si sono svolte oltre 200 giornate di esercitazioni congiunte con gli Stati Uniti, con simulazioni di attacchi nucleari sul territorio coreano.

 

 

 

CRISI ISTITUZIONALE
Ieri le forze dell’ordine sudcoreane hanno richiesto un mandato di cattura per l’ormai ex presidente, sospeso dal suo incarico in seguito a una procedura di impeachment. Le accuse nei suoi confronti sono di insurrezione e tradimento e se per caso venisse giudicato colpevole rischia la pena di morte. Ma nel frattempo è stato messo sotto impeachment anche il presidente che lo ha sostituito, Han Duck-soo, che si è rifiutato di nominare tre giudici per assegnare i posti vacanti nella Corte costituzionale, l’organo che deciderà se reintegrare o rimuovere formalmente Yoon.

Da parte sua, Yoon non si arrende: ieri ha presentato un parere scritto e ha nominato un avvocato difensore al tribunale distrettuale occidentale di Seul. Il parere scritto è stato depositato presso la corte alla quale l’unità di indagine congiunta ha richiesto un mandato di arresto per Yoon stesso a causa della sua breve imposizione della legge marziale all’inizio di questo mese.

Il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Medvedev, sì ancora lui, ha commentato la situazione dicendo: «La Corea del Sud ci ricasca: un impeachment dopo l'altro! Potremmo anche iniziare “Squid Game” per il governo. Abbiamo preparato i popcorn!». Domenica poi è precipitato un aereo e 179 persone sono morte nello schianto e dato che le disgrazie non arrivano mai da sole, ieri una nave cargo che trasportava merci e automobili si è ribaltata al largo della Corea del Sud occidentale. Dell’equipaggio sono stati tratti in salvo soltanto due componenti mentre gli altri cinque risultanbo ancora dispersi. Che pessimi presagi per un Paese dove notoriamente politici, ricchi affaristi e mogli incomprese consultano indovini ed oracoli!

 

 

 

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