Germania nel panico, si vota ed Elon Musk fa impazzire la sinistra: "Mi dimetto"
La numero uno dei notisti politici si è dimessa. Un’altra editorialista ha espresso il proprio dissenso per iscritto. Putiferio alla Welt dopo che il quotidiano tedesco di area moderata ha pubblicato un contributo di Elon Musk, papà della Tesla, padrone del social X, signore assoluto dei satelliti per le telecomunicazioni nonché uomo più ricco del mondo entrato da poche settimane nello staff di Donald Trump quale numero uno del Dipartimento per l’efficienza del governo.
Riprendendo un proprio post su X, il tycoon sudafricano ha elaborato un testo per la Welt am Sonntag, edizione domenicale del giornale. «La Germania è sull’orlo del collasso economico e culturale. Poiché ho molto investito nel panorama industriale e tecnologico tedesco», per chi non lo ricordasse Musk ha aperto una Tesla Gigafactory alle porte di Berlino, «credo di avere il diritto di parlare della sua prospettiva politica: Alternative fùr Deutschland (AfD) è l’ultima scintilla di speranza per questo paese», ha scritto Musk. Apriti cielo. Eva Kogel, capo redattore per le opinioni, si è dimessa annunciando il suo passo indietro proprio su X, l’ex Twitter rilevato dal tycoon nell’ottobre del 2022.
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«Io non lo avrei pubblicato», le ha dato man forte Franziska Zimmerer, responsabile Welt per Community & Social, prima definendo Musk “un uomo molto ricco con il controllo degli impulsi di un bambino di quattro anni” poi rintuzzando come banale la difesa di Musk della formazione sovranista accusata dai servizi di intelligence di contiguità con gli ambienti neonazi. Per Musk «AfD non sarebbe un partito di estrema destra perché la sua leader Alice Weidel ha un partner dello stesso sesso dello Sri Lanka». Secondo Zimmerer, la Welt «dovrebbe fare le pulci ai potenti, non condividerne acriticamente le opinioni». Dalle pagine del quotidiano economico Handelsblatt ha risposto anche Matthias Miersch, segretario generale dei socialdemocratici (Spd) del cancelliere Olaf Scholz, invitato da Musk a dimettersi ore dopo la strage di matrice islamica a Magdeburgo. «Il fatto che la casa editrice Axel Springer offra a Elon Musk una piattaforma per fare propaganda per l’AfD è vergognoso e pericoloso», così Miersch.
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La Welt però non aveva dato carta bianca al tycoon: al suo pezzo faceva da contraltare un editoriale a firma Jan Philipp Bugard dal titolo: “Perché Elon Musk si affida all’AfD e perché si sbaglia”. Invece che dargli del cretino Bugard riconosce nell’imprenditore la stoffa del genio né nega che la Germania sia «in crisi» e la sua prosperità «a rischio». Il giornalista segnala come AfD non possa essere la risposta proprio perché proprio secondo il partito di Weidel «gli interessi geopolitici ed economici degli Stati Uniti sono sempre più diversi da quelli della Germania» quando al contrario, ricorda Bugard, gli Usa sono il principale partner economico della Repubblica federale tedesca «mentre AfD punta a riallacciare con la Russia e con la Cina». Analisi corretta, insomma, ma risposta sbagliata. In queste ore anche il presidente federale Frank-Walter Steinmeier ha messo in guardia dalle influenze esterne in campagna elettorale (in Germania si vota il 23 febbraio) ma forse si riferiva più alla Russia che a Elon Musk. AfD, secondo partito nei sondaggi con il 18-20%, non ha bisogno del suo aiuto.
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