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Siria, "quando si voterà": le parole di Al Jolani, "jihadista moderato", imbarazzano la sinistra

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In Siria la democrazia può aspettare. Nessuna sorpresa, considerato chi ha preso il potere dopo il feroce dittatore Bashar Assad. Ma un po' di imbarazzo, questo sì, in chi anche in Italia, e a sinistra, ha festeggiato l'ascesa di Abu Mohammad al-Jolani, jihadista dipinto come un "moderato".

Il guerrigliero che oggi si fa chiamare Ahmed al-Sharaa ha infatti annunciato che potrebbero servire almeno 4 anni perché nel Paese si tengano le prime elezioni dalla caduta del regime. "Qualsiasi elezione valida richiederà un censimento completo della popolazione", ha spiegato il leader de facto della Siria in un'intervista rilasciata alle emittenti saudite al-Arabiya e al-Hadath, aggiungendo che la stesura di una nuova costituzione potrebbe richiedere fino a tre anni,

 

 

 

 La transizione più lunga del previsto potrebbe preoccupare le potenze occidentali che hanno sollecitato Sharaa a formare un'amministrazione inclusiva. Questo, mentre si sta valutando la revoca delle sanzioni sulla Siria e la rimozione dalla lista dei terroristi di Sharaa e di Hayat Tahrir al-Sham (Hts), il movimento islamista che ha guidato la fulminea offensiva dei ribelli per destituire Assad. A inizio dicembre, il gruppo ha nominato Mohamed al-Bashir - ex amministratore della regione di Idlib - primo ministro ad interim della Siria, con l'intenzione di formare un governo provvisorio che sarebbe rimasto in carica fino a marzo 2025.

 

 

 

Sharaa ha anche affrontato il tema del ruolo dominante di Hts nell'attuale governo di transizione. “L'attuale forma adottata per le nomine era una necessità di questa fase - ha detto -. Un sistema di quote durante questo periodo avrebbe distrutto il lavoro di transizione". Le sue parole sono una risposta alla Coalizione Nazionale Siriana - un gruppo ombrello dei principali oppositori di Assad durante la guerra civile siriana -, che aveva chiesto che tutti i partiti di opposizione fossero inclusi nel governo ad interim. Sharaa ha poi delineato un calendario di 18 mesi per la transizione politica, prevedendo un periodo di sei mesi per la stesura di una nuova costituzione. Il leader del Hts ha anche confermato l'intenzione di sciogliere il gruppo e le altre fazioni armate, per tramutarle in nuove autorità statali.

Non è però certo che le varie milizie presenti nel Paese accetteranno la sua iniziativa. Per quanto riguarda Hayat Tahrir al-Sham, il suo scioglimento sarà annunciato nel corso di una conferenza di dialogo nazionale a cui parteciperanno esponenti di spicco dell'opposizione, leader etnici e religiosi e alcuni funzionari del regime di Assad che non avevano ruoli militari o di sicurezza. La data, secondo quanto riporta Al Jazeera, non è però ancora stata annunciata. In quell'occasione dovrebbe essere anche abrogata la vecchia costituzione e si dovrebbe formare un consiglio consultivo. Sui rapporti con Forze Democratiche Siriane guidate dai curdi, infine Sharaa ha dichiarato che l'amministrazione guidata dall'Hts sta negoziando un accordo sul futuro status della regione occupata da loro.

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