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Cecilia Sala, "tortura bianca in cella, puntato sulla testa": come la stanno tormentando

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 Cecilia Sala al lavoro in Afghanistan

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Una "tortura bianca" quella a cui sarebbe sottoposta Cecilia Sala in Iran, nel carcere di Evin dal 19 dicembre scorso. La giornalista italiana, che era lì con un regolare visto e con tutte le tutele legate alla sua professione, è in cella da sola e avrebbe un faro sempre acceso e puntato addosso che le impedisce di distinguere il giorno dalla notte. In questo consisterebbe la cosiddetta "tortura bianca" secondo quanto riportato da Repubblica. Nei dieci giorni di detenzione, la firma del Foglio ha potuto fare solo due telefonate e ha incontrato solo l'ambasciatrice italiana Paola Amedei, che le ha portato, tra le altre cose, una mascherina per la notte proprio per permetterle di stare al buio e riposare. I carcerieri, però, l'avrebbero sequestrata. 

Intanto, il web si sta mobilitando per la scarcerazione di Cecilia Sala, che sta ricevendo solidarietà e appelli dal mondo della politica e non solo. Mentre il governo italiano cerca di riportarla a casa, sui social è iniziato a girare l'hashtag #freeCecilia. Dalle testate giornalistiche ai songoli utenti, l'appello per la Sala e la sua liberazione arriva da tutte le parti d'Italia. Un sit in è stato organizzato questa mattina, domenica 29 dicembre, a Torino in piazza Castello. A promuovere l'iniziativa l'associazione Marco Pannella, l'associazione Adelaide Aglietta, Europa Radicale, Più Europa Torino, studenti ed esponenti della campagna Donna Vita Libertà.

 

 

 

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