Cecilia Sala arrestata a Teheran, in carcere dal 19 dicembre: come lo si è scoperto
Cecilia Sala è stata arrestata a Teheran. A renderlo noto il ministero degli Esteri secondo cui la giornalista italiana, in Iran per svolgere servizi giornalistici, è stata fermata il 19 dicembre scorso dalle autorità di polizia. Su disposizione di Antonio Tajani, l'ambasciata e il consolato d'Italia "stanno seguendo il caso con la massima attenzione sin dal suo inizio". "In coordinamento con la Presidenza del Consiglio - fanno sapere -, la Farnesina ha lavorato con le autorità iraniane per chiarire la situazione legale di Cecilia Sala e per verificare le condizioni della sua detenzione".
Nella giornata di venerdì 27 dicembre l'ambasciatrice d'Italia Paola Amadei ha effettuato una visita consolare per verificare le condizioni e lo stato di detenzione della 29enne, la cui famiglia è già stata informata dell'esito dell'incontro. In precedenza Sala aveva avuto la possibilità di effettuare due telefonate con i parenti. "In accordo con i genitori della giornalista, la Farnesina invita alla massima discrezione la stampa per agevolare una veloce e positiva risoluzione della vicenda" si legge ancora.
Stando alle prime informazioni Sala è stata arrestata giovedì 19 dicembre, attorno alle 12.30 nell’albergo in cui alloggiava a Teheran. Non ci sono conferme ufficiali, ma Sala aveva smesso di rispondere al telefono poco prima di quell’ora, quando stava per mandare la puntata del suo podcast quotidiano che non è mai arrivata, e alle 13 aveva un appuntamento a cui non si è presentata. Aveva un biglietto aereo per tornare a Roma venerdì, ma l’aereo è decollato senza di lei dall’aeroporto di Teheran. L’ambasciata iraniana a Roma le aveva concesso un visto giornalistico della durata di otto giorni per lavorare in Iran.
Cecilia Sala "si trovava in Iran per fare il suo lavoro con lo scrupolo, la cura, la passione e la professionalità che tutti le riconoscono. La sua voce libera è stata silenziata e l'Italia e l'Europa non possono tollerare questo arresto arbitrario. Cecilia Sala deve essere liberata subito". Lo afferma in una nota Chora Media, la Podcast company italiana per la quale la giornalista realizza 'Stories'.
Sempre Chora Media ha raccontato quanto accaduto alla giornalista. Sala "sarebbe dovuta rientrare a Roma il 20 dicembre, ma la mattina del 19, dopo uno scambio di messaggi, il suo telefono è diventato muto", si legge nella nota, "conoscendo Cecilia, che ha sempre mandato le registrazioni per le puntate del podcast con estrema puntualità anche dal fronte ucraino nei momenti più difficili, ci siamo preoccupati e, insieme al suo compagno, il giornalista del Post Daniele Raineri abbiamo allertato l'Unita di Crisi del ministero degli Esteri. Abbiamo chiamato i suoi contatti iraniani, ma nessuno sapeva dove fosse finita. La mattina di venerdì non si è imbarcata sul volo di ritorno e la situazione si è fatta ancora più angosciante". "Poche ore più tardi il suo telefono si è riacceso: Cecilia ha chiamato sua madre e le ha detto che era stata arrestata, portata in carcere e che aveva avuto il permesso di fare una breve telefonata", continua Chora Media, "non ha potuto dire altro".