Trump, "la proprietà della Groenlandia": l'ultima clamorosa sfida all'Europa e a Putin
Dopo il Canada e il canale di Panama, il prossimo presidente degli Stati Uniti Donald Trump apre un nuovo clamoroso fronte diplomatico internazionale: la proprietà della Groenlandia, la "terra dei ghiacci" estrema propaggine del continente nordamericano verso l'Europa formalmente controllata dalla Danimarca.
"Sono lieto di annunciare Ken Howery come mia scelta per l'ambasciatore degli Stati Uniti nel Regno di Danimarca. Ken è un imprenditore, investitore e funzionario pubblico di fama mondiale, che ha servito la nostra nazione in modo brillante durante il mio primo mandato come ambasciatore degli Stati Uniti in Svezia, dove ha guidato gli sforzi per aumentare la difesa, la sicurezza e la cooperazione economica tra i nostri paesi", sono le parole di Trump, che poi spiega quale sia la vera posta in palio dietro questa scelta.
"Come co-fondatore di PayPal e del fondo di capitale di rischio Founders Fund, Ken ha trasformato la leadership americana in innovazione e tecnologia in storie di successo globali e questa esperienza sarà inestimabile nel rappresentarci all'estero prosegue Trump sul social Truth -. Ai fini della sicurezza nazionale e della libertà in tutto il mondo, gli Stati Uniti d'America ritengono che la proprietà e il controllo della Groenlandia siano una necessità assoluta".
"Potremmo riprenderci il canale di Panama senza domande". La bordata di Trump: cosa può accadere
"Durante la sua prima amministrazione, Trump dichiarò che stava valutando l'acquisto della Groenlandia da parte degli Stati Uniti e annullò una visita di Stato in Danimarca dopo che i funzionari danesi avevano dichiarato che il territorio autonomo che fa parte del suo regno non era in vendita", ha ricordato il giornale online Axios in un articolo sulle ultime dichiarazioni di Trump. "Negli ultimi anni la Russia ha cercato di rivendicare territori fino alla zona economica esclusiva della Groenlandia", ha scritto ancora il sito. Un dettaglio, questo, che chiarisce meglio come dietro alle mire della Casa Bianca ci siano questioni economiche e geopolitiche.