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Elon Musk blocca l'intesa al Congresso sul bilancio: come Milei in Argentina

Dario Mazzocchi
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La fine dell’anno fiscale bussa alle porte della politica statunitense ed è tempo di approvare gli stanziamenti per mantenere attiva la macchina burocratica, ma questo 2024 ha portato in dote il prossimo ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca e l’ascesa di Elon Musk. Succede così che all’orizzonte si palesa il rischio del cosiddetto shutdown, termine che indica la sospensione delle operazioni non essenziali delle agenzie federali. Il presidente eletto e il poliedrico imprenditore incaricato di gestire il futuro Dipartimento per l’Efficienza governativa hanno avvisato i rappresentanti al Congresso repubblicani di non cedere alle richieste avanzate dai Democratici nel piano di bilancio raccolto in documenti di oltre mille pagine che prevede, oltre alla spesa corrente, 25 milioni di dollari per la sicurezza della Corte suprema, 100 miliardi per interventi in caso di disastri naturali e un aumento della paga di deputati e senatori, congelata dal 2009.

Il primo monito è arrivato da Musk suX quando non era ancora l’alba sulla costa orientale: «Questo decreto criminale non deve passare». «Fermate il furto dei vostri soldi delle tasse!», si legge nel post. «Chiamate i vostri rappresentanti. Stanno cercando di far passare questa cosa oggi stesso!». Gli ha fatto eco Trump: «I Repubblicani devono diventare intelligenti e duri. Se i Democratici minacciano di chiudere il governo a meno che non ottengano tutto ciò che vogliono, allora svelate il loro bluff».

In giornata Trump ha rilanciato con un’intervista a NBC News, allargando i contorni della questione economica e suggerendo di abolire del tutto il tetto al debito pubblico che limita la soglia oltre la quale gli Stati Uniti non possono indebitarsi per evitare il default, in vista del taglio alle tasse nella sua agenda politica. «Non significa nulla se non a livello psicologico», ha affermato, ricordando come gli stessi Democratici si fossero già espressi in passato in questo senso. In serata la svolta: il tycoon ha appoggiato una nuova proposta di accordo del Gop che prevede la sospensione del debito per due anni.

 

La tempistica con cui il fondatore di Tesla si è mosso ha spinto utenti social e commentatori ad attribuirgli il titolo di “President Musk” e sancisce che non è un personaggio di passaggio al quale è stato affidato un dipartimento folkloristico per l’impegno in campagna elettorale. Il senatore Rand Paul, maverick dell’ala liberata repubblicana, lo vedrebbe bene come Speaker della Camera, dato che la costituzione non stabilisce che la carica debba essere ricoperta da un candidato eletto.

Lo aveva promesso: è giunto il tempo di ridare i soldi agli americani, anche a costo di bloccare l’amministrazione federale da qui a metà marzo. È tempo di motoseghe come insegna il mandato del presidente argentino Javier Milei, altro protagonista dell’anno che volge al termine: la sua ricetta di tagli drastici prima derisa e snobbata, adesso è studiata e approfondita da media e addetti ai lavori. Milei nel corso della sua recente visita italiana ha colto l’occasione per ribadire la comunione d’intenti e l’amicizia con Musk, definendolo un Leonardo contemporaneo perla sua genialità.

Lo shutdown ormai non è inconsueto: tra il 1995 e il 1996 si è protratto per 21 giorni con l’amministrazione di Bill Clinton, mentre nel 2013 con Barack Obama è durato 16 giorni, quindi sono arrivati i 35 giorni di chiusura tra il 2018 e il 2019 con il primo mandato di Trump. È uno scenario da mettere in conto quando Repubblicani e Democratici si spartiscono Casa Bianca, Camera e Senato ed è necessario passare da un accordo bipartisan per far quadrare i conti.

Lo racconta bene la pluripremiata serie “The West Wing”, che ritrae la vita attorno allo Studio Ovale. Nell’ottava stagione, il presidente democratico Jed Bartlet deve venire a patti con l’opposizione di respingere il suo piano economico. «Then shut it down!»: e allora chiudetelo, esclama di fronte all’ennesimo rifiuto. Donald ed Elon lo hanno preso in parola.

 

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