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Siria, i nomi di cinque italiani "sotto osservazione" dagli 007 di Assad

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Roberto Tortora
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Ora che la Siria è caduta e Assad è fuggito a Mosca, è razzia di tutto ciò che possedeva a Damasco. Comprese le carte segretissime contenute da cinquant’anni nel palazzo dei servizi segreti siriani, segreti dispersi disordinatamente per terra sul pavimento del Mukhabarat depredato. Contiene montagne di documenti riservati con i nomi delle persone messe sotto osservazione. Compresi cinque italiani e tra questi, secondo quanto riferisce il quotidiano “la Repubblica”, anche quello di Guido Olimpio, giornalista del Corriere della Sera, specializzato in terrorismo e affari militari.

Una riga, tra migliaia di righe, recita: “Guido Olimpio, nazionalità italiana, numero indagine: 60090, codice classificazione 1994”. E una nota a margine: “Nessuna procedura”. Interrogato immediatamente, Olimpio racconta: “Ero stato in Siria nel 1991 per un viaggio dell’Onu. Ci sono tornato altre volte. Non sapevo di un fascicolo del Mukhabarat su di me, mai avuto contatti con loro. All’inizio degli anni Novanta ho fatto delle inchieste sul traffico di missili Scud verso la Siria e l’Iran”.

 

 

I servizi segreti di Assad vennero fondati nel 1971, quando la sua famiglia prese il potere con un colpo di Stato e trasformò la Siria in una dittatura spietata, il cui primo obiettivo era la repressione del dissenso. Oltre al giornalista, altri quattro nomi figurano nel medesimo elenco, classificazione 2004 (con ogni probabilità l’anno). Su di loro un diktat: “Non far entrare in Siria”. Questi corrispondono ai nomi di “Giovanni R., numero indagine 3202”, “Filippo D., numero indagine 3203”, “Vito V., numero indagine 3204”, “Donatella F., numero indagine 3205”. Ovviamente questo è solo un registro, non è dato sapere dove sono contenuti questi fascicoli e quale sia il contenuto riservato agli italiani. Concittadini a parte, comunque, la maggior parte delle schede riguarda libanesi, francesi, americani, irlandesi, israeliani. Spie, sospette o meno. Come Daud K., doppio passaporto libanese e israeliano, indagine numero 20053, descritto così: “Agente del nostro nemico Israele, potrebbe avere contatti con i Fratelli musulmani”. Genericamente, di altri individui, si dice invece: “Lavora per i servizi segreti britannici” o “fa parte di un gruppo in Kuwait di spie per Israele” e ancora “fa parte delle forze libanesi di Samir Geagea”. Un sistema di registrazione, quello siriano, che ha molti connotati in comune con quello della Stasi negli anni della DDR.

 

 

 

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