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Marion Maréchal, la profezia: "Anche a Parigi può nascere un'alleanza di centrodestra"

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Lo scorso ottobre, Marion Maréchal, ha fondato un nuovo partito, Identité-Libertés, attraverso il quale si è riavvicinata alla zia e madrina del sovranismo francese, Marine Le Pen, e ha chiuso definitivamente la parentesi Reconquête, il partito nazionalista di Éric Zemmour di cui è stata vice presidente fino a giugno. Eurodeputata, siede nel gruppo dei Conservatori e dei Riformisti (Ecr), presieduto da Giorgia Meloni.
Ieri, era ad Atreju, la convention di Fratelli d’Italia. 

È l’unica rappresentante politica francese presente ad Atreju. Cosa significa per lei questa partecipazione?
«È stato ad Atreju, nel 2021, che ho incontrato per la prima volta Giorgia Meloni! Tre anni dopo, sono onorata di tornare come relatrice. È diventato un evento importante, non solo in Italia e in Europa, ma a livello internazionale. L’evoluzione di Atreju dimostra anche quanta strada hanno fatto Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia. Sono molto orgogliosa di lavorare al fianco dei loro europarlamentari per difendere gli interessi dei nostri rispettivi Paesi, ma anche le nostre battaglie comuni e la nostra meravigliosa civiltà».

Politico ha appena incoronato Giorgia Meloni «persona più potente d’Europa». Qual è il suo pensiero sul presidente del Consiglio italiano?
«Ammiro la sua tenacia e la sua solidità. Credo sinceramente che stia davvero dando una svolta all’Europa».
Ieri, il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, ha scelto il suo prossimo primo ministro dopo giorni di tentennamenti: il leader dei centristi del MoDem, François Bayrou.

Qual è il suo pensiero su questa nomina?
«Come il suo predecessore, Bayrou sarà probabilmente un primo ministro provvisorio. In assenza di una maggioranza coerente, la priorità del suo mandato deve essere quella di ripristinare la fiducia nella democrazia. Abbiamo bisogno di sistemi di voto più rappresentativi, a turno unico, che impediscano le manovre politiche contro-natura che hanno portato all’instabilità che vediamo oggi».

Bayrou incarna la cultura del compromesso, l’en même temps ricercato e promosso da Macron. La sua nomina conferma secondo lei la marginalizzazione dei due partiti storici della Quinta Repubblica, Partito socialista e Repubblicani?
«Il Partito socialista deve la sua sopravvivenza a un’alleanza delle sinistre, all’interno della quale si è sottomesso alla formazione di Jean-Luc Mélenchon, la France insoumise, a quelli che in Francia chiamiamo “gli islamogoscisti”. Li mescola un discorso classico di estrema sinistra a compromessi con l’islamismo. Per quanto riguarda i Repubblicani, sono persi nel cosiddetto “blocco centrale”, ma ci sono altre opzioni e alleanze per governare veramente a destra e rilanciare il nostro Paese. Si stanno condannando all’impotenza».

Lei ha da poco lanciato un nuovo partito, Identité-Libertés. Quali sono i suoi obiettivi?
«In occasione delle elezioni legislative anticipate di quest’estate, ho scelto di sostenere i candidati del Rassemblement national (Rn) e del suo nuovo alleato, l’ex presidente dei Républicains, Éric Ciotti. L’ho deciso perché consapevole dei rischi di una vittoria dell’alleanza delle sinistre. Rn non ha vinto. E analizzando i risultati, è apparso evidente che, per ottenere una vittoria di quello che chiamo “il campo sovranista”, dobbiamo ancora convincere gli elettori di destra e di centro-destra. Un partito di destra conservatrice come Fratelli d’Italia non esiste in Francia. È proprio questa la strada che voglio seguire, colmando questa mancanza, con Identité-Libertés».

Il modello italiano di alleanza delle destre è esportabile in Francia o la Francia non è ancora pronta a questo tipo di esperimenti?
«“La politica è l’arte di rendere possibile ciò che è necessario”. Queste parole sono attribuite al cardinale Richelieu. Ho fondato il mio partito, dopo il fallimento delle elezioni legislative, per poter svolgere un ruolo in questo senso: sì, la Francia ha bisogno di una coalizione delle destre. Sì, dobbiamo costruire ponti, parlarci, stringere alleanze, e dobbiamo allargare il più possibile questa coalizione per superare l’impotenza di Macron e allontanare la minaccia dell’estrema sinistra».

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