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Emmanuel Macron, Nato, Russia, Africa e debito: tutti gli errori del presidente

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Macron se ne va? Nemmeno per idea: il presidente rientrato dall’Arabia Saudita sta pensando semplicemente di sostituire Barnier con qualcun altro. «Nel giro di 24 ore». A questo punto non importa chi: «Il capo dello Stato non vuole presentarsi senza governo davanti a Donald Trump questo fine settimana», ha detto una fonte vicina al presidente. L’americano infatti sarà sabato a Parigi per la riapertura di Notre-Dame. Che figura ci farei, è il principale pensiero dell’inquilino dell’Eliseo. Sfrattarlo dal numero 55 di rue du Faubourg-Saint-Honoré è lo scopo reale di Marine Le Pen e Jean-Luc Mélenchon; destra e sinistra, è la pelle del presidente che vogliono, politicamente parlando. Emmanuel resiste ma le sue responsabilità nella situazione in cui è finito il Paese sono evidenti.

Esaltato dai media internazionali perla competenza e la giovane età, le président non ha conosciuto, bisogna ammetterlo, le vette di leccapiedismo godute da Barack Obama o Angela Merkel. Nel 2017, l’Economist lo aveva descritto come «l’ultima speranza peri liberali europei» contro i populismi dilaganti in Europa. Il Financial Times lo aveva elogiato per l’impegno europeista, soprattutto per la gestione intransigente dei negoziati sulla Brexit e quelli su energia e cambiamenti climatici (vedi il trattato di Parigi sul clima). Time Magazine infine lo aveva inserito anche nel 2024 nella lista delle «100 persone più influenti al mondo». (...)

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