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Zuckerberg vede Trump, uno "sfregio" a Elon Musk: cosa sta succedendo

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Cosa diranno ora i democratici d'America e di casa nostra? E cosa dirà anche Elon Musk? Il suo più acerrimo rivale, Mark Zuckerberg, si sta clamorosamente avvicinando a Donald Trump. Lui, ultra-miliardario come Elon e come Mister X dominatore dell'agenda dell'informazione mondiale grazie al colosso Meta, che con Facebook e Instagram è in grado di condizionare la vita (anche politica) di milioni di persone ed elettori. 

Per anni è Zuck è stato considerato il principale sostenitore mediatico dei dem, a partire dal contributo fondamentale che Facebook ha fornito più o meno volontariamente all'ascesa di Barack Obama. Nessuno, a sinistra, si è mai indignato per il potenziale conflitto d'interessi della cosiddetta tecno-democrazia fino a quando Musk ha deciso di comprarsi l'ex Twitter per poi schierarsi apertamente con il repubblicano Trump. Ora, però, il colpo di scena. 

 

 

 

Zuckerberg e Trump si sono visti la scorsa settimana nella residenza del futuro presidente degli Stati Uniti a Mar-a-Lago, in Florida. Riguardo al faccia a faccia Nick Clegg, vice di Zuckerberg e presidente di Meta per gli affari globali, dice di non avere idea se i due abbiano discusso delle politiche di moderazione dei contenuti. Tuttavia "Mark vuole svolgere un ruolo attivo nei dibattiti che ogni amministrazione deve affrontare per mantenere la leadership americana nel mondo tecnologico (...) e in particolare il ruolo centrale che l'intelligenza artificiale svolgerà in questo settore". 

 

 

 

Quindi ha aggiunto che, con il senno di poi, Meta ha "esagerato" nella moderazione dei suoi contenuti durante la pandemia di Covid-19 e che l'azienda sta "raddoppiando" i suoi sforzi per migliorare l'accuratezza con cui individua i contenuti da rimuovere. "Le nostre regole sui contenuti si evolvono e cambiano continuamente", ha spiegato, "Continueremo a lavorare su tutto questo, tenendo presente che non riusciremo mai a essere perfetti e non riusciremo a soddisfare tutti". Una autocritica che rappresenta anche un deciso passo indietro sullo stesso Trump, che aveva accusato il gruppo di censurare le opinioni conservatrici. 

Non è un caso che lo scorso 6 novembre Zuckerberg abbia scritto su Threads, all'indomani della vittoria di Trump: "Abbiamo grandi opportunità davanti a noi come Paese. Non vedo l'ora di lavorare con te e la tua amministrazione". A buon intenditor, poche parole.

 

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