Onu, se non accusi gli ebrei di genocidio ti licenziano: silurata la consulente keniota
Mentre martedì pomeriggio a Gerusalemme il Gabinetto di guerra israeliano presieduto da Benjamin Netanyahu si riuniva per ratificare il cessate il fuoco con Hezbollah che era stato annunciato lunedì, all'Onu il portavoce del responsabile diritti umani Volker Turk, nemmeno avesse vissuto su Marte nelle ultime 48 ore, invocava un cessate il fuoco in Medio Oriente: «L’unico modo per porre fine alle sofferenze delle persone da tutte le parti è un cessate il fuoco permanente e immediato su tutti i fronti», ha dichiarato Jeremy Lawrence. Che, se ci sarà anche a Gaza come invocano i burocrati del Palazzo di vetro, sarà non certo per merito loro, come non lo è stato quello su fronte tra Israele e Libano. Anzi, le Nazioni Unite preferiscono più spesso rimestare nel torbido, piuttosto che trovare soluzioni riguardo a quanto sta accadendo nella Striscia, come hanno fatto nelle scorse ore cacciando la loro consulente speciale keniota Alice Wairimu Nderitu, “colpevole” di aver escluso dalla definizione di genocidio le operazioni militari israeliane a Gaza. A riportare la notizia è stato il Wall Street Journal, che in un editoriale si chiede se al Palazzo di Vetro dell’Onu ci sia ancora «qualcuno con integrità». (...)
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