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Vladimir Putin-Kim Jong un, missili per soldati: l'accordo tra dittatori

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Uno scambio "sanguinoso" tra Vladimir Putin e Kim Jong-un. Continuano a emergere dettagli sempre più inquietanti sul patto politico, economico e militare che lega ormai a doppi filo i regimi di Mosca e Pyongyang: la Russia avrebbe fornito alla Corea del Nord missili anti-aerei in cambio del dispiegamento di truppe nordcoreane nella regione del Kursk per combattere contro le forze ucraine. Ad affermarlo è stato un consigliere di sicurezza nazionale sudcoreano, secondo quanto riporta l'agenzia di stampa Yonhap.

Il consigliere per la sicurezza nazionale sudcoreano Shin Won-sik ha dichiarato, in un'intervista alla televisione SBS, che "si ritiene che la Russia abbia fornito equipaggiamenti e missili antiaerei per rafforzare il sistema di difesa aerea vulnerabile di Pyongyang", rispondendo alla domanda su cosa Kim Jong Un abbia ricevuto in cambio dell'invio di migliaia di soldati in Russia.

"Dopo il fallito lancio del satellite militare spia della Corea del Nord del 27 maggio, la Russia aveva già dichiarato la sua intenzione di supportare tecnologie legate ai satelliti (per il Nord), e si dice abbia fornito varie tecnologie militari," ha aggiunto Shin. "Crediamo - ha proseguito - che ci siano stati anche aiuti economici in varie forme". L'agenzia di intelligence della Corea del Sud NIS ha informato i parlamentari all'inizio di questa settimana che i soldati inviati in Russia sarebbero stati assegnati alla brigata aviotrasportata e al corpo dei marine di Mosca sul campo, e che alcuni di essi sarebbero già entrati in combattimento, probabilmente con feriti e perdite. 

Nel frattempo, proprio Kim Jong-un ha commentato negativamente i rapporti con la Casa Bianca, anche in questa fase di transizione dall'amministrazione democratica di Joe Biden e quella repubblicana di Donald Trump, neo-eletto presidente che si insedierà tra due mesi. "Abbiamo già fatto di tutto nei negoziati con gli Stati Uniti e quello che è emerso per certo dai risultati" è "la politica immutata, ostile verso la Corea del Nord", avrebbe detto ai media ufficiali nordcoreani il dittatore comunista, secondo quanto riporta sempre l'agenzia sudcoreana Yonhap.

Trump aveva definito sprezzantemente Kim "Little Rocket Man" nel 2017, anno passato per lo più tra scambi di insulti e minacce di una guerra nucleare, per poi lasciare il posto l'anno successivo a un cambio di rotta, con i colloqui di Singapore, anche se nel 2019 i negoziati fallirono. 

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