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Corte Penale internazionale, il procuratore anti-Israele? Islamico scozzese accusato di molestie

Maurizio Stefanini
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Karim Ahmad Khan, 54 anni, figlio di un dermatologo e di una infermiera, nato in Scozia e cresciuto in Inghilterra, è dal 2021 il Procuratore Capo della Corte Penale Internazionale. Da quando è stato nominato, ha cercato di ampliare l’operato di un tribunale che dal 2002, quando era stato istituito, si era occupato quasi solo di Africa. In particolare nel 2022 ha avviato quella indagine per verificare se siano stati commessi dei crimini che rientrino nella giurisdizione del tribunale durante l’invasione russa dell’Ucraina che lo ha portato a spiccare un mandato di arresto nei confronti di Vladimir Putin oltre che alla commissaria russa per la tutela dei minori Maria Alekseyevna Lvova-Belova.

Partita anch’essa dall’Africa ma con ricadute in Europa c’è l’altra indagine sui trafficanti di migranti in Libia. E il 20 maggio 2024 ha chiesto formalmente di emettere mandati di arresto per entrambe le parti coinvolte nella guerra di Gaza: il primo ministro Benjamin Netanyahu, l’ex ministro della Difesa Yoav Gallant e i tre capi di Hamas Yahya Sinwar, Mohammed Deif e Ismail Haniyeh. I mandati che sono stati ora appunto emessi per i due israeliani e anche per Deif, che peraltro secondo l’Idf sarebbe morto anche lui, assieme a Sinwar e Haniyeh. In risposta alla prima decisione, Khan è stato a sua volta colpito da un mandato di arresto russo. Ma questo è folklore. Più grave è che un mese fa sia stato accusato di aver palpeggiato un’assistente donna.

La presunta vittima ha rifiutato di confermare o negare esplicitamente le accuse, e quindi non è stata avviata alcuna indagine formale. Ma fonti anonime avrebbero affermato che non si fidava dell’organismo di controllo della corte, e ha dunque richiesto un’indagine esterna. Khan ha negato le accuse, aggiungendo che «questo è un momento in cui io e la corte penale internazionale siamo soggetti a una vasta gamma di attacchi e minacce», e dicendo che stavano attaccandogli anche moglie e figlio. Il Guardian ha però riferito che Khan avrebbe cercato di convincere la denunciante a ritirare le accuse, e il Congresso Usa ha avviato un’indagine per determinare se le accuse contro Khan lo abbiano influenzato a perseguire funzionari israeliani. Sulla sua immagine pesa probabilmente il precedente di Imran Ahmad -Khan: fratello minore di tre anni, eletto deputato conservatore nel 2019, ma costretto alle dimissioni nel 2022 per molestie a un quindicenne.

Padre nato in Pakistan nella provincia di cultura afghana della Frontiera di Nord -Ovest, Khan viene da quella comunità ahmadi che gli altri islamici considerano eretica, e che ha sofferto gravi persecuzioni. Ciò ha dato una chiave particolare all’incarico ricevuto nel 2018 per indagare sui crimini dell’Isis, è però curioso che in precedenza nel suo lavoro presso le istanze di giustizia internazionale avesse anche difeso accusati di cose gravissime: dall’ex-Presidente della Liberia Charles Taylor al leader ribelle sudanese Bahr Idriss Abu Garda, a Saif al -Islam Gheddafi.

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