Giorgia Meloni al G20 di Rio de Janeiro? Kiev, affari, Africa
Al via il vertice G20 di Rio de Jianeiro, ospitato nel Museo di Arte Moderna della città brasiliana. Si svolgerà oggi e domani affrontando i problemi dello sviluppo globale anche in termini di energia e ambiente. Ma già si sa che, complice la frattura fra i paesi occidentali, guidati dagli Stati Uniti, e i paesi del gruppo Brics, attorno all’asse Russia-Cina, non è facile il lavoro preparatorio dei funzionari “sherpa” per una dichiarazione finale comune. I nodi restano sempre la guerra in Ucraina e quella in Medio Oriente. Ieri le “danze” sono state aperte dalla premier italiana Giorgia Meloni, che ha incontrato in bilaterale il presidente Luis Inácio Lula da Silva.
È arrivata in aereo alla base militare di do Galeão, accolta da un funzionario Esteri brasiliano, dall’ambasciatore italiano in Brasile, Alessandro Cortese, e dal console italiano a Rio, Massimiliano Iacchini. Alle 12.10 ora locale, le 16.10 in Italia, ha visto Lula al Forte di Copacabana. Hanno discusso «l’opportunità di un nuovo Piano d’Azione del Partenariato Strategico Italia-Brasile per il quinquennio 2025-2030». Poiché l'Italia ha la presidenza di turno del G7 e il Brasile quella del G20, la Farnesina ha rimarcato: «Nel congratularsi per il lavoro portato avanti dalla Presidenza brasiliana, il Presidente del Consiglio ha espresso apprezzamento per la sinergia e la continuità assicurata dalle due Presidenze, quella italiana del G7 e quella brasiliana del G20, sancita dalla condivisione delle priorità tematiche affrontate, a partire da sviluppo, transizione energetica e sicurezza alimentare».
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E poi: «Sul piano bilaterale, è stata manifestata la comune volontà di rafforzare il partenariato Roma-Brasilia, individuando i settori prioritaria partire da quello economico-commerciale, avvalendosi della collaborazione della comunità italiana in Brasile. Sono state messe in luce opportunità nei settori di energia e infrastrutture».
L'interscambio italo-brasiliano negli ultimi tempi ha subito una contrazione. Dati di fine 2023 indicavano in 3,4 miliardi di dollari l'export brasiliano in Italia, in calo del 30% sul 2022, mentre le esportazioni italiane in Brasile erano stimate in 4,9 miliardi di dollari, anche in tal caso in calo, dell'11%, ma il partenariato promette un rilancio. La Meloni interverrà a due delle tre sessioni tematiche previste nel G20 di Rio, quella sulla lotta alla fame e alla povertà, con richiamo al “Piano Mattei per l'Africa”, e quella su sviluppo sostenibile e transizione energetica.
Del Piano Mattei intanto emergono i primi dettagli. Oltre 600 milioni di euro per i primi progetti, il coinvolgimento di nuovi partner africani nel 2025 e un rapporto più stretto con la nuova Commissione europea, con un funzionario di Bruxelles distaccato presso la Struttura di Missione a Palazzo Chigi.
Sono i principali elementi della prima relazione annuale sullo stato di attuazione del Piano Mattei, inviato dal governo alle Camere nei giorni scorsi. Nelle 35 pagine su cui dopodomani inizierà l'esame della Commissione Esteri di Montecitorio, vengono indicati i nuovi strumenti finanziari istituiti presso la Banca Africana di Sviluppo e quelli avviati da Cdp e Simest. E ci sono 22 schede con altrettanti progetti. Fra quelli finanziariamente più pesanti, la fase 2 di sviluppo del “Corridoio di Lobito”, la nuova connessione ferroviaria tra l'Angola e la regione mineraria del rame in Zambia, da realizzare insieme, fra gli altri, a Usa e Ue: il contributo italiano può arrivare fino a 300 milioni di euro, come annunciato nei mesi scorsi da Giorgia Meloni.
Dal Fondo italiano per il clima, principale serbatoio a sostegno della strategia di cooperazione con l'Africa lanciata dal governo, 71 milioni sono destinati a un progetto in Kenya per l'ampliamento della produzione di olio vegetale per biocarburanti avanzati, il cui esecutore è Eni Kenya in partenariato con il Ministero dell'Agricoltura locale. Risorse che, spiega la scheda, amplificano un finanziamento di 128 milioni dell'International Finance Corporation (Banca Mondiale), per un pacchetto complessivo di circa 200 milioni. Al G20 brasiliano invece si discuterà anche di riforma della governance internazionale, tema che riguarda il ridefinire regole e poteri dell'Oun e in genere degli enti internazionali. È previsto che ogni leader possa intervenire solo a due delle tre sessioni totali. La Meloni sarà in buona compagnia, insieme a statisti dei 20 paesi che rappresentano l'85% del Pil mondiale e il 75% del commercio planetario.
Fra i big, la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e quello francese Emmanuel Macron, che pure Lula ha incontrato in altrettanti bilaterali già ieri. Per la Russia, ci sarà il ministro degli Esteri Sergei Lavrov, al posto del presidente Vladimir Putin su cui pende un mandato d'arresto internazionale per la guerra in Ucraina. Per il presidente americano Joe Biden è l'ultimo G20 e lo inizierà in un modo curioso, visitando l'Amazzonia, primo presidente Usa.
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