Olaf Scholz telefona a Putin: preso "a schiaffi" dal presidente russo e da Zelensky
Prende schiaffoni da tutti, Olaf Scholz. Nei giorni più difficili, con la crisi di governo che ha travolto lui e i socialdemocratici, il cancelliere (uscente) della Germania prova il blitz a sorpresa con una telefonata a Vladimir Putin, per tentare di rivestire il ruolo di mediatore sulla guerra in Ucraina in uno scenario che complice l'elezione di Donald Trump alla Casa Bianca sta cambiando radicalmente. Purtroppo per lui, però, sia la risposta del presidente russo dall'altra parte della cornetta sia la reazione del presidente ucraino Volodymyr Zelensky sono state letteralmente raggelanti.
Dopo due mesi di schermaglie, mezzi annunci e smentite, il "contatto" Scholz-Putin c'è stato davvero. I resoconti ufficiali parlano di uno scambio di opinioni duro e "franco" (versione Cremlino) che di fatto non lascia spazio ad alcun ottimismo. Mentre Trump ha detto che Mosca e Kiev "la devono smettere" e il ministro degli Esteri russo Lavrov ha affermato di aspettare le proposte del presidente americano, Putin e Scholz si sono dunque parlati direttamente per la prima volta dal dicembre 2022. Il cancelliere ha esortato la Russia a ritirare le truppe ed "essere disposta a negoziare con l'Ucraina" per "una pace giusta e duratura", ribadendo comunque che Berlino sarà al fianco dell'Ucraina fino a che servirà. Replica secca dello Zar: un accordo per la fine del conflitto non può prescindere dalle "nuove realtà territoriali". Se pace sarà, insomma, la Russia si annetterà i territori occupati in Ucraina, Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson. Una condizione questa ritenuta inaccettabile da Kiev.
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Durissima la replica di Zelensky, che aveva avvertito Scholz prima della telefonata al nemico russo che la sua iniziativa "aiuterà il presidente russo a ridurre il suo isolamento e, in ultima analisi, a far proseguire la guerra in Ucraina". "Il cancelliere Scholz mi ha informato che avrebbe chiamato Putin. La telefonata, credo, apre il vaso di Pandora. Ora potrebbero esserci altri colloqui o chiamate. Solo un sacco di parole", ha tagliato corto il presidente ucraino. "E' esattamente quello che Putin ha sempre desiderato, è fondamentale per lui indebolire il suo isolamento, così come l'isolamento della Russia, e impegnarsi in conversazioni di routine che non daranno alcun risultato. Lo faceva in questo modo da decenni. Questo ha permesso alla Russia di evitare di cambiare la sua strategia o di fare qualsiasi cosa, che è ciò che ha portato a questa guerra. Ora comprendiamo tutti questi problemi. Sappiamo come agire. E vogliamo essere chiari: Minsk-3 non ci sarà, abbiamo bisogno di una vera pace":
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Riguardo a Trump, invece, Scholz si è sbilanciato: "Ho avuto l'impressione che avesse una posizione più sfumata di quanto spesso si pensi in questo Paese", ha spiegato il cancelliere in un'intervista al quotidiano tedesco Sueddeutsche Zeitung. Alla domanda se temesse un accordo di pace raggiunto tra Trump e Putin senza che Kiev avesse voce in capitolo, il capo del governo di Berlino si è detto fiducioso: "Nella conversazione (con Trump, ndr) non c'era nulla che lo facesse pensare".