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Eva Longoria, "in esilio" contro Trump: "Lascio gli Usa, diventeranno un Paese da paura"

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Chissà che nelle prossime settimane Eva Longoria e Richard Gere non si possano re-incontrare: da Hollywood alla Spagna, dove entrambi gli attori si trasferiranno "in esilio" dagli Stati Uniti di Donald Trump. Il divo di Ufficiale e gentiluomo e Pretty Woman ha annunciato (con tempismo sospetto) la vendita della sua mega-villa nel Connecticut e l'intenzione di trasferirsi in Europa, nel paese natale della moglie. Formalmente, per ricambiare la sua signora che per amore si era trasferita in America, ma anche per essere vicino alle cause umanitarie come quella di Open Arms, la ong pro-migranti fondata da Oscar Camps che l'attore sostiene apertamente, anche nel processo di Palermo contro Matteo Salvini.

 

 

 

La bella texana, 49 anni, diventata famosissima nel mondo per aver interpretato la serie tv cult al femminile Desperate Housewives, disperata lo è davvero, per Donald. Gli Stati Uniti, con la vittoria del tycoon repubblicano, sono diventati "un Paese distopico" e per questo con marito e figlio dividerà il suo tempo tra Spagna, anche lei, e il più vicino Messico.

Intervistata dalla rivista Marie Claire, la Longoria è scesa in campo: "Ho passato negli Usa la mia intera vita adulta. Ma anche prima della pandemia le cose erano cominciate a cambiare. Il clima era diverso. Poi è arrivato il Covid. Siano i senzatetto in strada o le tasse, penso che questo capitolo della mia vita sia finito". Qualche responsabilità sarebbero da addebitare alle amministrazioni democratiche, buon ultima quella di Joe Biden, ma la colpa pare tutta di Trump. 

 

 

 

"La parte scioccante non è tanto che ha vinto. E' che un criminale condannato che sputa tanto odio possa occupare la poltrona più importante del Paese. Se manterrà le promesse, l'America sarà un luogo da paura". In campagna elettorale si era spesa per Kamala Harris e il suo voce Tim Walz, purtroppo non è andata come voleva. Fortuna vuole che abbia le risorse sufficienti per scappare, alla faccia del "popolo" che a parole i democratici tanto amano e rispetto, fino a che non votano per gli altri.

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