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In Germania si vota a febbraio? Però "manca la carta": un imbarazzante retroscena

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Con una sfilata di leader partitici a Palazzo Bellevue, la residenza del presidente federale della Germania non lontano dallo zoo di Berlino, si è chiusa la prima fase della crisi del governo di Olaf Scholz. Appurato che la maggioranza al Bundestag non è più tale e che il Bundestag prima o poi voterà la sfiducia al governo “semaforo” messo in piedi dal leader socialdemocratico, i partiti si erano messi a litigare sui tempi della crisi. Velocissimi per l’opposizione, più lenti per la Spd. Un dibattito uguale in tutto e per tutto a quanto potrebbe succedere in Italia o in qualunque altro paese del mondo: a renderlo surreale, però, è stata la signora Ruth Brand, presidente dell’Ufficio federale di statistica. Quale numero uno di Destatis, Frau Brand è anche il funzionario responsabile dei processi elettorali di livello nazionale in Germania. Appena scoppiata la crisi, Brand si è buttata nella mischia politica ricordando che l’organizzazione delle elezioni ha tempi lenti che servono a garantire la democraticità del processo e che le vacanze di Natale avrebbero complicato il lavoro. Brand ha parlato anche di «rischi inimmaginabili per la tenuta del sistema». (...)

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