Cop29, talebani ospiti d'onore e smog "sionista": perché è tutto un circo
Chissà come ha reagito Greta Thunberg, ieri mattina, quando Ilham Aliev, cioè il presidente dell’Azerbaigian, cioè il Paese che ospita la Cop29, aprendo i lavori della conferenza mondiale sul clima, ha tenuto a precisare che il petrolio è un «dono di dio». Baffi grigi, cravatta nera e spilletta dell’evento sul bavero della giacca, il numero uno azero ha sparato (a zero) sulla crisi energetica. Solo che l’ha fatto a modo suo: «Che sia eolico, solare, oro, argento, rame o petrolio e gas, si tratta di una risorsa naturale e i Paesi non dovrebbero essere incolpati di averle e di fornirle ai mercati perché i mercati ne hanno bisogno». Non proprio il discorso introduttivo che ci si aspettava per scaldare gli animi di verdi e ambientalisti, di ecologisti e fanatici del green, forse nemmeno quello di chi, in buona fede, si sta accorgendo solo ora che, d’accordo, tenere il mondo lindo è un dovere sacrosanto, però, alla fine, come si fa? (...)