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Singer, la profezia su Israele si avvera ancora

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Coincidenze della storia. Mentre lo Stato di Israele è sottoposto all’attacco concentrico più imponente e lungo dalla sua fondazione - con ben sette fronti aperti da Gaza alla Cisgiordania, al Libano, dall’Iraq alla Siria, all’Iran allo Yemen - torna sugli scaffali italiani una nuova edizione del Viaggio in Israele di Isaac Bashevis Singer (Giuntina Editore, 192 pp.,18 euro). Le riflessioni condensate negli articoli di questo ebreo errante, intellettuale cresciuto a cavallo tra due continenti, che ha scansato un paio di guerre mondiali ma che ha vissuto la tragedia della Shoah nei racconti di parenti e amici scampati, scavano nel profondo di chiunque si immerga nella lettura di questi reportage. Attenzione: non sono articoli da leggere e ingoiare tutti d’un fiato. Alcuni passaggi costringono a riflessioni profonde. «Mosè stesso», scrive Singer, quasi sentendosi in colpa, «non ha avuto il privilegio di entrare in questo Paese. Herzl (Theodor primo presidente dell’Organizzazioni sionistica, ndr) non ha avuto la fortuna di vedere realizzato il suo sogno. Invece io, che non ho alzato un dito per costruire questo Stato, ci entro come un generoso parente acquisito». (...)

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