Valencia, le colpe della vice di Sanchez sull'alluvione: inviò un sms tardivo
L’audizione di conferma della vicepresidente designata della Commissione europea e responsabile delle politiche green dell’Ue, Teresa Ribera, è prevista per domani. E non sarà facile per la socialista spagnola essere promossa all’esame. Non solo per le sue dichiarazioni sullo stop alle auto a benzina e diesel entro il 2035, che hanno suscitato proteste trasversali, ma anche per le responsabilità indirette nella tragedia che ha colpito la Comunità Valenciana, l’alluvione generata dalla tempesta Dana. L’attuale ministra della Transizione ecologica del governo Sánchez sarà messa alle strette dagli eurodeputati del Partito popolare, secondo quanto riportato da fonti del gruppo al quotidiano El Español, visto che fino a questo momento si è limitata ad attaccare il presidente in quota Pp della Generalitat Valenciana, Carlos Mazón, senza prendersi alcuna responsabilità. Il portavoce del Pp al Congreso de los Diputados, Miguel Tellado, ha dichiarato che «ciò che non funziona per la Spagna, non funziona per l’Europa, Teresa Ribera non dovrebbe essere un commissario». «Negli ultimi anni e negli ultimi giorni ha dimostrato di non essere all’altezza del ruolo», ha sottolineato Tellado. Nel dettaglio, il portavoce del Pp ha denunciato l’inazione della ministra della Transizione ecologica.
GESTIONE DEL RISCHIO
Ribera «non ha partecipato alla metà delle sessioni di controllo degli ultimi mesi» al Congreso de los Diputados e «vive in fuga permanente, più preoccupata dei propri interessi che della gestione delle proprie competenze», ha attaccato Tellado. Come emerso da un documento del Partito popolare consultato da Libero, la gestione delle reti idrologiche del territorio valenciano, compresa la gestione del rischio alluvione, rientrano nelle competenze di Ribera attraverso la Confederación Hidrográfica del Júcar (Chj), ente pubblico sotto la diretta responsabilità del ministero della Transizione ecologica. E Ribera, in quanto ministra della Transizione ecologica, è anche responsabile dell’Agenzia meteorologica nazionale (Aemet), incaricata di fare previsioni basate su modelli matematici. L’agenzia ha ammesso di non essere stata in grado di prevedere le inondazioni perché è necessario «investire più risorse nel supercalcolo» per migliorare le previsioni, come ha dichiarato lo stesso portavoce dell’ente. Quella di Ribera è una “tripla negligenza”, come sottolineato dal documento: una mancata preparazione di modelli di previsione meteorologica adatti all’anno 2024; una gestione inadeguata dei bacini fluviali; una scarsa reattività nell’avvertire le autorità locali al momento giusto e con meccanismi adeguati su ciò che sarebbe potuto accadere. Su quest’ultimo punto, il portavoce del Pp al Congreso de los Diputados, Miguel Tellado, ha accusato l’esecutivo socialista spagnolo, e in particolare Ribera, di aver lasciato il governo regionale valenciano di Carlos Mazón «molto solo» e «abbandonato» nella gestione della crisi provocata dalla tempesta Dana.
Tellado ha fatto riferimento in particolare all’sms tardivo che Ribera ha inviato a Mazón, alle 20.20 del giorno della tragedia, «sulla preoccupazione della Confederazione Idrografica del Júcar (CHJ)», quando la Generalitat Valenciana aveva già agito per prevenire la tempesta e inviato un messaggio di avvertimento alla popolazione. Nel documento consultato da Libero, viene sottolineata anche la mancanza di investimenti volti ad arginare le catastrofi naturali. La Confederazione Idrografica del Júcar ha investito solo il 2% del suo budget annuale nella costruzione di strutture atte a prevenire le esondazioni, mentre ha speso otto volte tanto per i costi del personale e l’aumento degli stipendi.
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BUDGET NON SPESO
Con un budget di 58,2 milioni di euro, ha speso solo 1,1 milioni di euro per la prevenzione delle inondazioni. Il caso Ribera, nei prossimi giorni, potrebbe assumere i contorni di un altro affaire che ha travolto una ministra progressista europea: quello dell’ex ministra della Famiglia tedesca, l’ecologista Anne Spiegel, che lo scorso aprile si è dimessa dall’incarico in seguito a una serie di errori commessi quando ricopriva il ruolo di ministra dell’Ambiente nel Landtag della Renania-Palatinato e in particolare per essere andata in vacanza dieci giorni dopo le alluvioni del 2021 che devastarono la Germania (causarono la morte di 180 persone). Mentre si scavava tra le rovine e si contavano i morti, secondo quanto rivelato dalla Bild am Sonntag, la ministra era andata in ferie. Ribera non è ancora partita in vacanza, ma potrebbe non resistere alle pressioni che nei prossimi giorni saranno sempre più insistenti.