Donald Trump, "La Stampa" tocca il fondo: "Lo stesso errore commesso con Adolf Hitler"
Con Donald Trump impegnato in un testa a testa e la democratica Kamala Harris in difficoltà, ecco che la stampa di sinistra invoca già il pericolo fascismo. A poche ore dalle presidenziali americani, La Stampa si lascia andare in una sorta di ritratto del tycoon. A firmarlo Stefano Stefanini, il cui articolo - già dal titolo - fa capire molte cose. "Trump 2.0 romperebbe la continuità della democrazia e della politica estera americana". Insomma, si legge, "più Donald Trump si avvicina all'agognato traguardo più la sua retorica evoca i peggiori sentimenti del pubblico, con demonizzazione degli avversari politici e culturali, fondo di razzismo e di misoginia sempre meno mimetizzato, persecuzione, solo verbale per ora, dei migranti - ma li deporterà in massa se arriva alla Casa Bianca".
Secondo Stefanini, che dice senza troppi giri di parole quello che pensa, "oggi è importante aver ben presenti le conseguenze negative per l'Occidente, per l'Europa e per l'Italia". E ancora, ecco che tira in ballo la democrazia: i rischi "sono di due tipi: innanzitutto, per la democrazia, in America e in generale; un sistema democratico si rivela vulnerabile all'emergere di un dittatore/tiranno, come teorizzato nell'anaciclosi di Polibio (la democrazia degenera in demagogia che produce la tirannide); come provato dalla repubblica di Weimar in Germania negli anni Trenta con il mito del nemico interno, e un soggetto verso il quale indirizzare l'odio, gli immigrati nel caso di Trump".
L'altro rischio? "Le relazioni internazionali". Dimenticando quanto accaduto in Afghanistan per mano di Biden, Stefanini si limita a preoccuparsi per il ritorno del tycoon, ma anche "per l'Europa e il sistema di alleanze che rischia di essere scardinato sul piano economico dai dazi e su quello politico e di sicurezza dall'antipatia di Trump per l'Ue e il Paese leader, la Germania". Da qui la conclusione, tutt'altro che imparziale per cui "quello che Donald Trump ha messo in scena al Madison Square Garden è il vero Donald Trump. Non prenderlo sul serio sarebbe ripetere l'errore che tanta Germania benpensante fece con Adolf Hitler negli anni Trenta".