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New York cancella le multe ai pedoni: erano troppo razziste

Luca Beatrice
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Anche oggi l’America ci insegna una parola nuova. Jaywalking, ovvero l’abitudine da parte dei pedoni di attraversare la strada fuori dalle strisce pedonali e talvolta persino con il semaforo rosso. Un comportamento considerato pericoloso e incosciente, vietato dal lontano 1958 e per questo sanzionato con multe fino a 300 dollari. Bene, anche a New York, dopo altre città come Denver o Kansas City, il jaywalking non sarà più punibile anzi legalizzato, ovviamente a rischio e pericolo di chi si azzardi ad attraversare la Broadway o la Quinta Strada in un qualsiasi punto. In altre parti del mondo, dove il pedone non è minimamente rispettato, anzi considerato un fastidio dagli automobilisti che vanno di fretta, è un rischio persino passare sulle strisce e con il verde, da Roma a Istanbul, da New Delhi a Città del Messico. Gli americani, invece, con i veicoli a motore sono severissimi, superare il limite di velocità può comportare l’arresto. Power to pedestrian, potrebbe essere il nuovo titolo di una canzone di Patti Smith e mille occhi ai driver, soprattutto ai taxisti che a New York sono quasi 14mila, un esercito giallo in lotta contro il tempo e il traffico disumano.

Detto ciò, il mondo con minor divieti ci piace, pensiamo davvero che si stia meglio laddove ciascuno può fare ciò che vuole, pur sapendo di cambiare opinione a seconda se si è pedoni o automobilisti (chi attraversa la strada come una lumaca perché sta chattando sul telefono, personalmente lo stirerei). Però non illudiamoci, anche stavolta c’è il trucco, c’è di mezzo il politicamente corretto, gli americani proprio non li freghi su questa storia soprattutto in area progressista: la proposta è dalla democratica Mercedes Narcisse, consigliera comunale di Brooklyn e paladina dei diritti a ogni costo. Il jaywalking lo fanno tutti, dunque meglio abolirlo. In verità è stato letto come l’ennesimo strumento di discriminazione razziale e la nuova legge interpretata come un passo avanti nell’eliminazione delle diseguaglianze a New York. Qualcuno si è preso la briga di studiare i dati scoprendo che più del 90% delle sanzioni legate al jaywalking nel 2023 aveva colpito popolazioni afro o latinoamericane. Davvero oltre oceano non si danno pace e scovano di tutto pur di additare comportamenti discriminatori. Dietro la nuova legge ci sono la Transportation Alternatives, società non profit di New York che incentiva la mobilità sostenibile e la Legal Aid Society che offre assistenza legale alle persone a basso reddito. Sono arrivati alla conclusione che la polizia “cattiva” e a questo punto repubblicana usa il pretesto del jaywalking per fermare, interrogare e perquisire le persone, in particolare quelle non bianche che evidentemente attraversano la strada “ad minchiam”.

Una scusa, insomma, per colpire i più deboli che spesso sono dei poveracci. Ma davvero in America ci sono realtà del genere e si discute di questo? Poi si stupiscono se la gente, stufa di certe assurdità, vota Trump. In nome del politicamente corretto passa in secondo piano il rischio di incidenti stradali. Secondo il dipartimento dei Trasporti di New York negli ultimi cinque anni circa 200 pedoni sono morti proprio mentre esercitavano la pratica del jaywalking. La questione sta diventando un fatto politico, in area repubblicana legalizzare questo comportamento fa parte di una più ampia decriminalizzazione di ogni cosa e l’ennesima legittimazione del caos. Seppur qua da noi le cose funzionino ancora diversamente, si comincia ad avvertire in certi pedoni italiani “di sinistra” l’odio verso chi possiede un’auto, di grossa cilindrata anche peggio. Che per manifestare il loro disprezzo attraversano dove vogliono, guardandoti male e mandandoti a stendere. Per non sbagliarmi, visto che sono un tradizionalista, ho insegnato ai miei figli di cercare le strisce zebrate e di passare sempre lì sopra, mai oltre. E di fare attenzione comunque.

 

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