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La comunità Lgbt discriminano gli omosessuali israeliani

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Andrea Valle
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Voleva ospitare la conferenza annuale della più grande rete internazionale a favore dei diritti Lgbt a Tel Aviv: per questo l’organizzazione israeliana Aguda è stata sospesa. A denunciare l’accaduto è Keshet Italia, la prima organizzazione indipendente ebraica Lgbt italiana, che ha accusato di discriminazione direttamente Ilga, l’associazione internazionale che riunisce più di 400 gruppi gay e lesbici di tutto il mondo. «La decisione del Consiglio di Ilga World di sospendere Aguda, la principale organizzazione queer israeliana, per la sua candidatura a ospitare la Conferenza annuale dei membri 2025 a Tel Aviv» si legge in un comunicato, «riflette una cattiva gestione e un doppio standard che contraddice l’impegno di Ilga per l’uguaglianza». Una presa di posizione netta, dunque, che viene esplicitata poco più avanti nella nota. «Escludendo Aguda in base alla nazionalità» prosegue il comunicato, «il Consiglio Ilga ha bypassato l’autorità dell’Assemblea Generale, negando ad Aguda la stessa opportunità concessa ad altre organizzazioni membri».

«Questa mossa» precisa Keshet Italia, «rischia di ignorare le esperienze vissute dalla comunità queer in Israele, riducendo i loro risultati a mero “pinkwashing” (ovvero un’attività solo di facciata, ndr). Marchiare il loro operato in questo modo ignora le complessità della difesa dei diritti Lgbtqi+ in quel complesso contesto regionale». Secondo Keshet, infatti, l’emancipazione e il progesso che si sono registrati negli ultimi anni in Israele sul fronte dei diritti delle minoranze sono sostanziali: «Assumere che gli avanzamenti dei diritti Lgbtqi+ in Israele siano solo una facciata politica sminuisce le reali lotte e conquiste della comunità». La conseguenza è che, sostenendo questa tesi, definita «dannosa», «gli attivisti queer isolano i loro colleghi israeliani dal movimento Lgbtqi+ globale».

 

La conclusione di Keshet Italia è un’accusa a Ilga, dal momento che, si legge nel comunicato, «è paradossale» che «un’organizzazione impegnata a combattere le discriminazioni prenda di mira un’organizzazione membro esclusivamente in base alla sua affiliazione nazionale». Difatti, così come le associazioni attive in Paesi retti da regimi dittatoriali e oppressivi nei confronti delle comunità queer «non sono considerate responsabili perle azioni dei loro governi, lo stesso approccio deve essere applicato a tutte le organizzazioni, comprese quelle israeliane». Ma la solidarità espressa da Keshet Italia verso Aguda non è un caso isolato. Anche “Sinistra per Israele” è intervenuta sulla vicenda, condannando con forza la decisione di Ilga. «Boicottare l’associazione dell’unico Paese mediorientale con elevati standard di tutela della comunità Lgbtqi+ è un affronto ai diritti Lgtbqi+ e a chi li difende in Medio Oriente, considerando che nel resto dell’area vige ancora un diffuso sistema di criminalizzazione delle persone Lgbtqi+».

Anche perché, prosegue la nota di “Sinistra per Israele”, Aguda «si occupa da anni di progetti per il rispetto dei diritti civili in tutti i settori sociali, etnici e religiosi» nel Paese, «comprese iniziative di accoglienza e protezione per i rifugiati palestinesi accolti» in Israele «perché perseguitati nei Territori palestinesi in ragione del loro orientamento sessuale e della loro identità». Per questi motivi, conclude il comunicato, «Sinistra per Israele è convinta che tutte le persone che hanno a cuore i principi di giustizia, uguaglianza e pace debbano prendere posizione contro questa gravissima scelta discriminatoria».

 

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