La sfida dell'uomo? Sintonizzarsi con la natura
Nell’Uganda occidentale gli scimpanzé saccheggiano i raccolti di mais e manioca, mangiano banane, manghi e papaie, si abbeverano allo stesso ruscello dove donne e bambini vanno a prendere l’acqua. Sempre più spesso, dal 2005 in avanti, le scimmie rapiscono e uccidono i bambini. «Gli ha staccato il braccio, lo ha ferito alla testa, gli ha aperto la pancia e gli ha tolto i reni», ha raccontato una madre. Le famiglie di elefanti della Riserva nazionale di Samburu, in Kenya, si spostano guidate da tre stimoli: il sesso, il sostentamento e la sicurezza. Quest’ultima – nella lingua locale si dice “neebei”, vuol dire libertà dal pericolo, dalle minacce, dall’incertezza, dalla paura – è desiderio degli elefanti quanto degli uomini: così capita che, se i primi devastano i raccolti e uccidono il bestiame, i secondi si vendicano crivellandoli di colpi o vanno ancora alla ricerca di zanne da vendere sul mercato nero dell’avorio. Non hanno niente di regale i leoni nel Serengeti, in Tanzania: uomo e leone, qui, in uno degli ambienti più austeri della terra, condividono le stesse difficoltà. I felini, a causa della frammentazione dell’habitat, del bracconaggio e della riduzione delle prede, diventano molesti, nocivi alla pastorizia e incompatibili con l’agricoltura. (...)