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Valencia affoga nell'acqua ed è bufera su Sanchez: dov'era mentre c'era l'inferno

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L''incubo 'Dana' devasta la Spagna, travolta in tutto il Sud Est, in particolare Valencia ma anche Barcellona, da una pesantissima alluvione con danni ingentissimi, persone disperse e in tutto almeno 72 morti. Un fenomeno metereologico non frequente, chiamato appunto "Depresio'n Aislada en Niveles Altos", meglio noto come 'goccia fredda' in Italia e probabilmente scatenato dall'effetto serra globale, ma la cui forza non si vedeva da 100 anni. Al momento e' emergenza infinita nel Paese e il premier, Pedro Sanchez, ha annunciato che una nuova ondata di maltempo è attesa nelle prossime ore. Lo straripamento dei fiumi e le piogge torrenziali hanno colpito soprattutto la Comunità' Valenciana.

Almeno 38.000 persone sono rimaste senza luce, ha segnalato la compagnia elettrica Ibedrola. Decine di persone hanno trascorso la notte bloccate in auto, in aree di servizio o su ponti, a causa delle strade allagate. Ad Albacete si stanno cercando le persone scomparse e otto comunita' autonome restano ancora in allerta per forti piogge, tre di loro, Andalusia, Castilla-La Mancha e Catalogna, con un rischio significativo, al livello arancione. "Offriremo un aiuto economico per ricostruire le vostre citta', per ricostruire le vostre vite", ha affermato il capo del Governo dopo aver presieduto il comitato di crisi, riunito alla Moncloa. Intanto e' delle ultime ore il fatto che anche la Catalogna ha attivato l'allerta rossa per il rischio di un "temporale estremo". Ma in Spagna sono già esplose le polemiche per i ritardi nei soccorsi e soprattutto per i ritardi nel diramare l’allerta meteo. Da un lato le presunte responsabilità della Comunidad Valenciana,  amministrata da Carlos Mazón  sospettata di aver emesso l'allerta rossa per piogge in ritardo di diverse ore, almeno otto, rispetto alla comunicazione lanciata dall’Aemet, agenzia statale di meteorologia. Dall'altra la bufera su SanchezAlberto Núñez Feijóo, il leader del Partido Popular, ha attaccato duramente il governo Sánchez per non aver interrotto i lavori del Congresso per la riforma sul gruppo televisivo spagnolo Rtve.

 

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