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Israele, generale Tricarico: "La risposta dell'Iran? Cosa succede ora"

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"Le prime reazioni iraniane non sembrano essere bellicose. Hanno puntato a minimizzare": il generale Leonardo Tricarico, presidente della Fondazione Icsa (Intelligence Culture and Strategic Analysis) ed ex capo di Stato maggiore dell’Aeronautica militare, lo ha detto a LaPresse a proposito dell'attacco militare lanciato da Israele la notte scorsa. Si ipotizza, insomma, che il raid di Tel Aviv non scatenerà reazioni pericolose. Il timore, infatti, è sempre lo stesso: una escalation senza precedenti. 

"Credo che non ci sarà un’ulteriore risposta - ha proseguito Tricarico - la strategia di fondo di Teheran è comunque quella di non entrare in un conflitto aperto con Israele. Anche se volesse farlo, non ne ha la forza". L'Iran, secondo il generale, potrebbe chiuderla qui anche per il tipo di attacco ricevuto: "La risposta di Tel Aviv era prevedibile. Va probabilmente dato atto agli Stati Uniti di aver propiziato una robusta potatura alle animosità di Netanyahu di colpire più duramente e più vastamente l'Iran. Inoltre all'interno del gabinetto di guerra israeliano per una volta dovrebbero essersi fatte spazio la saggezza e la misura, non sempre notati nei comportamenti dell'esercito israeliano e del vertice di governo". 

 

 

 

Nonostante questo, però, ci sarebbero ancora due motivi di preoccupazione. "Altri due fronti restano aperti - ha spiegato Tricarico - uno apparentemente in esaurimento, quello con Hamas, l'altro tutt'altro che calante, quello con Hezbollah, dove l'obiettivo dichiarato da Netanyahu fin dall'inizio di riportare a casa nel nord di Israele i 60/70 mila sfollati interni pare ancora lontano e più difficile da cogliere".

 

 

 

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