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Olanda, sfida alla Ue: verso il rimpatrio degli immigrati siriani

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Dario Mazzocchi
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Il governo olandese si appresta a varare importanti novità in materia di immigrazione. Le trattative tra i partiti che compongono la maggioranza, guidata dal Partito della libertà (PVV) di Geert Wilders, sono ancora in corso per definire i dettagli, ma un piano d’intesa c’è già: misure più restrittive con la reintroduzione dei controlli alla frontiera da novembre e il riconoscimento, entro la fine del 2024, di alcune zone della Siria come sicure per poter effettuare i rimpatri degli immigrati di origine siriana. Al 2022, risultavano presenti sul territorio oltre 126.000 persone di origine siriana, con una crescita continua a partire dal 2015, quando erano solo 22.500.

La notizia arriva ad una settimana dalla sentenza con cui il Tribunale di Roma non ha convalidato il trasferimento operato dal governo italiano di alcuni immigrati nel centro di permanenza di Gjader, in Albania, prima di essere rimpatriati tra Bangladesh ed Egitto. I giudici italiani avevano richiamato il pronunciamento della Corte di giustizia dell’Unione europea sull’impossibilità di procedere ai rimpatri di fronte al caso in cui i paesi di provenienza degli immigrati coinvolti non siano considerati sicuri. Niente rientro in Egitto, quindi, in cui non sono in corso scontri e guerre civili, mentre a L’Aia, dove ha sede l’esecutivo nederlandese, sono al lavoro per individuare regioni non pericolose in Siria, nazione dilaniata da anni da una cruenta guerra civile portata avanti dal regime di Bashar al-Assad: una missione quasi impossibile che però non sembra spaventare. Con il pacchetto sul tavolo del Primo ministro Dick Schoof, incaricato di guidare l’esecutivo a seguito della vittoria di Wilders alle elezioni dello scorso anno, verranno aboliti i permessi di soggiorno permanenti, sostituiti da quelli temporanei e rinnovabili, la cui validità sarà però ridotta da cinque a tre anni.

 



Dovrebbero essere quindi introdotte delle restrizioni sui ricongiungimenti familiari che non potranno essere richiesti per i figli maggiorenni. Gli immigrati senza documento saranno infine posti in detenzione in strutture che saranno ampliate. Da quanto trapela dagli ambienti della politica e dai media, i leader dei partiti che compongono la maggioranza olandese si incontreranno presso la residenza istituzionale di Schoof per trovare la quadra definitiva. La coalizione include il Partito popolare per la libertà e la democrazia (VDD) che nel Parlamento europeo siede con Renew Europe, il gruppo che si richiama al presidente francese Emmanuele Macron e che comprende i movimenti liberali e centristi: la richiesta avanzata dal VDD è di avere conferma che le proposte possano essere pienamente applicate. Da una parte c’è forse il timore di vedersele bloccate da qualche corte nazionale, come accaduto in Italia, dall’altra si nota come raccolgano un consenso trasversale, considerando che il Partito della libertà di Wilders appartiene alla famiglia europea di destra dei Patrioti. La mossa arriva dopo la richiesta presentata un mese fa dai Paesi Bassi fa di essere esentati dalle politiche di asilo comunitarie e l’ipotesi formulata da Wilders di stringere un accordo con l’Uganda per dirottare verso il paese africano gli irregolari. Un progetto che non ha ancora trovato la luce, ma che si ricollega al piano italiano con l’Albania e a quello britannico con il Rwanda, mai applicato prima per lo stop della Corte suprema londinese e poi per il cambio della guardia a Downing Street con la vittoria laburista alle elezioni di giugno che ha messo alla porta il conservatore Rishi Sunak. Definiti tutti i dettagli, il dibattito si sposterà in Parlamento: se Wilders è riuscito a mettere la questione immigrazione tra i punti urgenti del governo, non può contare sull’emanazione di una legge di emergenza che avrebbe permesso di saltare questo passaggio per trovare invece una immediata applicazione. Un sacrificio da fare e un rospo da ingoiare per realizzare la promessa elettorale più preziosa. Poteva andargli peggio: poteva incappare in tribunale italiano.

 

 

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