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Trump, patatine e hamburger: così parla alla pancia degli americani

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A 15 giorni dalle «elezioni più importanti della storia degli Stati Uniti» (sia chiaro, lo dicono immancabilmente ogni quattro anni), il campo di battaglia dei due candidati è inaspettatamente diventato McDonald’s, la catena di fast food americana più famosa e famigerata al mondo.

Donald Trump si è esibito in una filiale di Feasterville-Trevose, in Pennsylvania, alla periferia di Filadelfia, dove con il grembiule dell’azienda si è fatto fotografare e filmare mentre immergeva cestini di patatine fritte nell’olio, le salava, le metteva nelle apposite buste e poi le serviva insieme agli hamburger ad alcuni clienti, preselezionati per motivi di sicurezza attraverso, dal finestrino del drive-thru.

 

A COLPI DI PANINO

La Harris nei giorni scorsi è invece ritornata più volte sul suo breve impiego presso McDonald’s negli anni ’80, in una filiale di Alameda in California dove, durante le vacanze estive, si occupava della cassa, delle fritture e della macchina per il gelato. Dichiarando il suo amore per i Golden Arches («mi piace vedere buoni lavori, e penso che sia inappropriato quando qualcuno sminuisce ovunque il fatto che ha lavorato da McDonald’s»), il tycoon ha asserito di non credere assolutamente che la sua avversaria vi abbia mai lavorato e mentre si trovava al drive-thru se n’è uscito dicendo: «Ora ho lavorato per 15 minuti in più di Kamala» (...)

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