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Moldavia, lo strano destino del Paese diviso tra la paura di Mosca e i dubbi sull'Europa

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Sei favorevole a modificare la « Costituzione per consentire alla Repubblica di Moldavia di entrare nell’Unione europea», chiedeva la domanda al referendum di domenica. 751.235 sì, 736.639 no: 50,46 contro 49,54%, dopo che per gran parte dello scrutinio erano apparsi invece i no in testa. Lo stesso giorno, però, si è votato anche per le presidenziali. Capo dello Stato uscente, proveniente da un partito in area Ppe e grande propugnatrice del referendum, Maia Sandu è arrivata prima, con il 42,45%. Dovrà però andare al ballottaggio il 3 novembre contro Alexsandr Stoianoglo: ex-Procuratore Generale, e candidato da un partito socialista filo-russo, che ha avuto il 25.98. Ma anche altri tre degli undici candidati erano considerati filo-russi: Renato Usatîi, terzo con il 13,79; Irina Vlah, quarta con il 5,38; Vasile Tarlev, sesto con il 3,19. Tra tutti, arrivano al 48,34. (...)

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